Salvatore Conaci. Cosa accadde davvero a Evie Benson. BookaBook edizioni
Recensione di Martino Ciano già pubblicata per Gli amanti dei libri
Un gruppo di amici in cui ognuno porta con sé i propri segreti inconfessabili; eventi che si accavallano; un tempo che presenta a tutti, nel bene o nel male, il conto delle proprie azioni. Benvenuti in Cosa accadde davvero a Evie Benson, romanzo dello scrittore calabrese, Salvatore Conaci. Un thriller? No molto di più, perché tra queste pagine si indaga sui rapporti umani, sulla fragilità che ognuno di noi tende a celare in maniera goffa.
Nessuno sfugge alle proprie bugie, ma molte volte una menzogna nasconde un trauma relazionale che si annida nell’anima, che cresce lentamente divorando la nostra innocenza e il nostro bisogno di essere accolti con sincerità per ciò che siamo davvero.
Si finge per autodifesa, ci si illude per sperare, ci si inganna per sfuggire alla realtà.
Evie Benson è un animale asociale che costruisce la sua esistenza sull’apparenza, assecondando un rapporto d’amore inesistente. Sa di essere una marionetta nelle mani di un narcisista, ma non si difende. Anzi, come una persona affetta dalla sindrome di Stoccolma si innamora del suo carceriere “virtuale”: un uomo conosciuto sui social che lei mai incontrerà.
Pian piano la verità verrà a galla, ma Evie è una donna apparentemente sicura di sé. È una persona dell’oggi, in balia di mille iocostruiti all’occorrenza per dimostrarsi sempre all’altezza della situazione. Ma il cortocircuito è sempre lì, dietro l’angolo, e quando avviene, anche se la scintilla che ne scaturisce è di lieve entità, si mostra in tutti i suoi effetti, risvegliando a sua volta “il male che sonnecchia negli altri”. Tutto si risolverà anni dopo, in una notte di Capodanno, il giorno in cui si festeggia l’inizio di un nuovo ciclo.
Come detto, Conaci non scrive solo un thriller, ma un romanzo che porta in superfice l’ambiguità di molti rapporti umani. Per certi dolori non esiste medicina. Solo attraverso un’azione eclatante, irragionevole, irrazionale, l’animo umano si depura. La ragione non è la cosa migliore, spesso e volentieri è solo un metodo per nascondere la propria natura.
Conaci fa questo: disvela, rivela e riporta in superfice, per dirla alla Thomas Bernhard, il contenuto di verità che sta nella menzogna.