Profezia al chiaro di una luna opaca
Articolo e foto di Martino Ciano
Tra le mani tiene l’opera sua. Disobbediente per diletto, pur di morire solo come un cane che zoppo e smagrito dall’abbandono corre lungo il ciglio della strada, lui non vuole abbandonarla. È sua e resta come testimonianza. Ostinato e impaurito, con le tasche piene di sogni falliti. È la descrizione che fa di sé, ora che quasi metà della vita se n’è andata ed è terminato il tempo propizio che rinnova in lui lo stupore.
Meraviglia, tu che siedi alla destra di un padre silente che abbandona i piedi nudi nell’acqua del mare, sta la luna in mezzo al cielo, pare la lacrima di un dinosauro. Eppure, non porta sollievo questo pianto; si è estinta la serenità. Dona alla giustizia questa pace notturna. Non è ancora scoccata la mezzanotte, tanto meno un colpo di pistola che scandisca attimi di fragilità e di piacere.
Hai messo in guardia i ricordi: bussate, ma non vi aprirò; chiedete, ma non vi risponderò. Ecco, questo è il segreto per abituarsi alla rinuncia. È la terra arsa che si innalza verso il cielo velato. Ora che inizia l’estate, tu senti il profumo del silenzio. Ora che nessuno respira al tuo fianco, ora che nessuna mano ha voglia di accarezzarti, il vuoto ti abbraccia.
È tempo di svegliarsi, prima che si considerino mantenute le promesse dei tuoi avi. Si compie ogni giorno il destino, ogni attimo è il Giudizio Universale.