Se ne frega la luna, stanotte. Clelia Moscariello e il dialogo con il cielo

Se ne frega la luna, stanotte. Clelia Moscariello e il dialogo con il cielo

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “Se ne frega la luna, stanotte” di Clelia Moscariello, edizione Pav, 2023

Dal titolo sembra che il libro faccia il verso a quella visione leopardiana in cui la luna se ne sta indifferente a osservare le disgrazie umane, invece la poesia di Clelia Moscariello è un lungo dialogo intavolato proprio con il cielo e con le stelle.

La luna come una Grande Madre protegge le parole che vengono sussurrate, urlate, magari solo pensate, e in questa lunga confessione che mai si arresta, che con semplicità si rivolge al cielo, si rivelano paure e speranze. È una poesia di ossimori quella di Clelia, in cui una chiassosa solitudine fa rimbombare il cuore. Ed è proprio il cuore che cerca la sua pace; una pace che non è stasi, bensì armonioso movimento, complicità con la natura, allontanamento da ogni dolore fisico e terreno.

Ma se anche la luna se ne frega, allora ciò che viene ripetuto in questi versi è il desiderio di essere ascoltati, accolti, abbracciati da una immensità che l’uomo cerca appena mette piede sulla Terra, da quando si accorge che sopra la sua testa si estende qualcosa che non può essere acciuffato, ma solo ammirato. Le emozioni che Clelia cattura provengono dai mormorii delle stelle, dai luoghi solitari, dalle stanze in cui abitano i ricordi, da un passato che ancora reclama la sua presenza.

Sono versi semplici, né ovvi né banali, bensì ciò che in quel momento si rivela agli occhi del poeta. Il resto, infatti, sarebbe un disquisire su ciò che non si conosce. In questa immediatezza sta anche l’unicità dei versi di Clelia.

… mentre tutto si muove, invece, veloce, velocissimo
e tutto scappa via senza lasciare tracce

che non siano i nostri odori fusi insieme.
Ti perdo, mi perdi, ma non è colpa di nessuno ormai,
mentre Vasco canta “Liberi Liberi”
e tu finisci la tua Marlboro rossa
lasciandomi due tiri
prima di volare via inerme dalla mia stanza…

 

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