Paul Amadeus Dienach. L’uomo che viaggiò nel tempo e predisse il futuro
Articolo di Letizia Falzone
Paul Amadeus Dienach: un uomo come tanti? Forse no. Lui dice, e ne è sicuro, di aver vissuto nell’anno 3905.
Ma andiamo con ordine.Dienach nasce a Zurigo nel 1884, da padre svizzero e madre austriaca.
Comincia la sua carriera, una volta terminati gli studi, come insegnante di francese e inglese. Proprio in quegli anni, s’innamora perdutamente di Anna. Il loro potrebbe essere un idillio fantastico, ma la sorte fa sì che il loro amore ricordi quello di Dante e Beatrice. Infatti, nel 1907, la sua Anna va in sposa ad un facoltoso uomo d’affari. Non durerà molto, questo matrimonio: due anni dopo, Anna viene portata via dalla tubercolosi, uno dei mali più diffusi all’epoca. Rimasto senza l’amore della sua vita, Paul continua ad insegnare sino al 1917. In quell’anno, una malattia misteriosa manifesta i suoi primi sintomi: si tratta dell’encefalite letargica, una patologia di origine virale che attacca il cervello. Per difendersi e per difendere il corpo, il nostro “computer di bordo” induce uno stato comatoso. Questo può durare qualche minuto così come qualche settimana; essendo un virus incurabile, lo stato comatoso si prolunga sempre più, sino a quando l’organismo non riesce più a reggere la situazione e ritorna indietro dal coma.
Il primo degli attacchi che Paul avrà dura 14 giorni.
Dopo due settimane, si risveglia, convinto sia passato pochissimo tempo dal momento in cui si è addormentato, un minuto o poco più. Nel 1921 l’encefalite letargica lo colpisce di nuovo, ma questa volta è molto violenta: resta in coma per un anno, durante il quale è ricoverato in un ospedale di Zurigo. Al suo risveglio scopre che la madre è morta e lui inizia ad accusare i primi sintomi di una malattia micidiale all’epoca, la tubercolosi. A quel punto Dienach decide che Zurigo è troppo fredda e umida per il suo stato di salute, così si trasferisce ad Atene, dove insegna francese e tedesco all’Università. Lì avrà come allievo George Papachatzis, in seguito divenuto docente di diritto e giurista del Consiglio di Stato greco.
George ha un ruolo fondamentale: a lui Paul consegnerà quattro diari scritti nell’arco della sua vita. 800 pagine che sconvolgeranno in primis proprio George, che anni dopo deciderà di pubblicarli, incorrendo nell’ira del clero, della classe politica, dei benpensanti, di tutti praticamente.
Ma cosa contenevano i diari di Paul per lasciare di sasso così il Mondo?
In più occasioni, Dienach sottolinea come egli non abbia mai avuto il dono della scrittura o della fantasia. Tutto ciò che ha riportato nei suoi diari è quello che ha vissuto o che crede di avere vissuto durante i suoi 360 giorni di coma.
Dienach va in coma a maggio del 1921 e si risveglia nell’anno 3905 nel corpo di un tale Andeas Northam, uno scienziato italiano sottoposto ad ibernazione, ricoverato in un ospedale di Molsen dopo essere stato vittima di un incidente con una macchina volante. I medici parlano con Andreas, gli dicono chi è e cosa ha avuto, ma quell’uomo non riconosce niente e nessuno, perché in verità si tratta di Amadeus, consapevole di esserlo, che non capisce la lingua parlata dai medici. Ciò che lo stupisce, fin da subito, è l’ambiente fatto interamente di vetro e luci e le strane divise indossate dal personale ospedaliero. Andreas/Amadeus non riesce a recuperare la memoria, non riconosce i suoi amici e congiunti e dunque viene mandato in una struttura dove dovrebbe recuperare la coscienza. In quel luogo Dienach apprende tutto ciò che è successo nei duemila anni compresi nel suo viaggio temporale.
Racconta che il XX e XXI secolo sono attraversati da guerre mondiali, dall’oppressione dell’uomo sull’uomo e dal mancato rispetto della natura. I valori cambiano e il consumismo senza limiti distrugge il pianeta e le coscienze degli uomini. Sono anni dove “il potere economico e politico è detenuto da un Nuovo Ordine del Mondo“. Dilagano violenza e povertà, soprattutto in Africa e in Asia. Il pianeta è sovrappopolato e Marte diventa la meta di una colonia terrestre, ma dopo circa sessant’anni dal primo insediamento accade una catastrofe: un evento estremo uccide i 20 milioni di persone che vi abitano.
Nell’anno 2309 l’Europa sarà quasi completamente rasa al suolo da una guerra nucleare. La popolazione sopravvissuta inizierà a migrare per il mondo e nell’Europa del sud arrivano popoli del nord.Dopo il ‘rinascimento’, secondo Dienach, tutto cambia: ogni persona lavora soltanto due anni della propria vita, nelle fabbriche che producono energia elettrica (chiamate Glothners, dove si sfruttano energia nucleare, geologica, geomagnetica e rinnovabile, giusto per citarne alcune). Le fabbriche sono disposte prevalentemente nel continente australiano. La proprietà privata è un concetto ormai superato da secoli (o millenni), così come le guerre religiose. Esiste un’entità unica, Samith, che tutto comprende. È oltre il concetto di Dio o Dei: esistono differenti religioni, svuotate di qualsiasi significato dogmatico.
Paul/Andreas ha la possibilità di poter viaggiare in lungo e largo, visiterà città futuristiche come Markfor, la “vecchia” Roma, cinque volte più grande dell’attuale Città eterna.
Dienach, nella sua storia, parla anche degli extraterrestri, che sono sulla Terra e gli uomini lo sanno, ma ci convivono pacificamente.
Un desiderio che gli uomini hanno fin dalla notte dei tempi, o quasi.
L’unico viaggio per il quale, probabilmente, ognuno di noi sarebbe disposto a pagare qualsiasi prezzo è viaggiare nel tempo. Quello dei viaggiatori del tempo è un tema noto alla fantascienza e alla fantasia umana. E se ci fossero le prove di un viaggio temporale? Quanto scritto da Paul era il frutto di una mente offuscata dalla malattia, oppure il resoconto di un reale viaggio nel tempo? Utopia? Invenzioni di un ‘folle’ genio? Fantasia galoppante? Forse. Ma se lo stesso Dienach non ne ha fatto parola con nessuno finché è stato in vita e ha affidato i suoi diari ad un suo allievo, resta da chiedersi se non abbia ‘visto’ qualcos’altro, qualcosa che gli abbia fatto comprendere che non stava sognando.
Quel che è certo è che Amadeus scriveva negli anni ’20 del 900, e a leggere oggi le sue parole quanto del nostro presente ci troviamo dentro? Tanto.
I diari di Paul, una volta pubblicati da George Papachatzis, crearono scompiglio e vennero presi come la “solita farneticazione” da parte di chi era effettivamente restato in stato di coma per quasi un anno. Eppure, se li leggete bene, noterete come la “Preistoria” indicata da Dienach non sia assolutamente lontana da ciò che effettivamente è accaduto e che sta accadendo. Accadrà veramente? Erano le visioni di una persona con una patologia difficile e incurabile?
Probabilmente solo il Futuro (o il passato di Andreas Northam) ce lo sapranno dire.