Oltrepassare nel suono. Un sogno

Articolo di Adriana Sabato

Sono giorni in cui la mente è affollata da pensieri, pensieri sfuggenti che corrono come ladri dopo un colpo ai danni di una banca. Ma stavolta decido di fermarli ‘sti pensieri indiavolati! E penso e torno indietro agli anni lontani trascorsi all’università, ad inseguire i miei sogni. Ma erano sogni o erano poi realtà? Erano, erano… un frutto misto.

Chi non sogna, specialmente a vent’anni? Chi non sogna a trenta, a quaranta e via discorrendo? Ancora oggi, con la maturità che avanza, il sogno avvolge e sconvolge il nostro piccolo mondo.

Il sogno è parte di noi. “Oltrepassa” il nostro “apparire”. Oltrepassare è un suono: un elastico vibra e questo suo movimento sposta una particella, rompendo il suo equilibrio originario, sposta a sua volta altre particelle che a loro volta rompono il proprio equilibrio e così, attraverso l’aria si crea l’onda sonora. Ed essa avvolge il nostro udito. Le orecchie accolgono l’onda, ricca dei suoi armonici, vicini e lontani e da questi piccoli e poi grandi spostamenti d’aria nasce il suono.

Il suono: puro o organizzato che sia è sempre una realtà filtrata dai nostri sensi che, se da una parte potrebbero rappresentare un limite per la conoscenza, al tempo stesso ci proteggono dalla possibilità di dare i numeri.

Che sarebbe il nostro cervello se riuscissimo a percepire ogni minimo rumore? Un macello, una cacofonia, una disarmonia, insomma, l’inferno!

Benvenute vibrazioni misurate, benvenuto equilibrio della natura, ma benvenuta anche la tecnologia. Un cane, un gatto, un pipistrello odono troppo per noi umani. Ma noi umani che usiamo la tecnologia, quando la usiamo per il beneficio ambientale e non per il suo danno, sappiamo bene che con un semplice sintonizzatore possiamo renderci conto di quante frequenze radio ci circondino: di quante informazioni ruotino attorno a noi.

Intorno a noi non c’è dunque il vuoto, e anche dove c’è il vuoto ossia dove non c’è aria, non c’è il suono, ma non c’è neanche il nulla. Il mondo è, esiste senza apparire, è armonia, meraviglia; il sogno e la realtà si fondono e si confondono, il ritmo imprime musica alle parole e le parole diventano poesia, lo spazio scompare e il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.

Post correlati