Oltrepassare. Andare oltre il caos

Oltrepassare. Andare oltre il caos

Recensione di Pascale V.

Oltrepassare, andare oltre ogni confine.

Un proiettile, un parabellum della seconda guerra mondiale, regalato dal nonno al suo decimo compleanno, lui il narratore, viaggiatore nella mente così ricorda. Inizia  la danza del caos.

Un dono che simboleggia per la caratteristica della sua gittata, il moto parabolico della vita. Un amuleto da portare sempre con sé , un talismano che riporta al punto zero di partenza al nulla della morte.

Vite che si intrecciano, passioni impetuose, sentimenti che si annullano. Il mal di vivere. L’esistenza quotidiana è un’ illusione, il sogno nel sogno. La vita scandita in ogni singolo granello che si rincorre in una clessidra, realtà che si intreccia, esilio dello spirito, baratro ed estasi.

Sentimenti contrapposti, passioni, morte bramata, cercata, l’apoteosi della vita stessa. La leggerezza di una farfalla risucchiata nell’oscurità tra le ali di un pipistrello e poi rigurgitata nel disfacimento putrido del letame. Visioni, orrori, riconducono al limbo, luogo protetto, la culla dello stordimento e il non sentire, urla nel silenzio  in soccorso per una nuova salvezza.

Il senso di colpa divora l’anima troppo ingenua e solitaria, squarcia la coscienza, un fulmine improvviso che ti sveglia dal torpore. Tradire per liberarsi dal peso di una responsabilità che ti divora.

Camminare scalzi sul crinale dell’abisso della follia dove il confine della speranza si frantuma e urla. Un balletto che scuote quel soffio vitale, bussa e chiede permesso, ti spoglia dentro, ti schiaffeggia infine ti sorride. Luce, buio, oblio.

Un viaggio che traghetta pochi eletti, viandanti coraggiosi, cavalieri dell’oscurità. Introspezione e riflesso nelle acque torbide della mente.

Emma dalle forti passioni, anima e corpo frammentati “E” lacera nel  profondo, un buco nero ed è vortice. Anestetizzata dalla dolce pillola del non sentire  La stanza, trincea protetta rifugio di solitudine e pienezza. Altalena tra vita e morte.

L’autore scaglia e si interfaccia con gli aspetti più oscuri delle vicende umane e va oltre la soglia della percezione. Accoglie lacrime amare, si immerge negli anfratti più profondi della sofferenza, analizza e traccia percorsi solitari, drammatici dell’esistenza terrena in tutta la sua impotenza dove l’unico punto di arrivo è l’oltre. Caos, sogno o realtà, nulla è ciò che è, ci si illude e tutto si frantuma o si rinnova.

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