Nicola Longo. Macaone. Rubbettino editore
Recensione di Martino Ciano già pubblicata per Gli amanti dei libri
Da promessa olimpica del pugilato ad agente della Narcotici. Una vita avventurosa quella di Nicola Longo, cresciuto nella Piana di Gioia Tauro, bullizzato da bambino perché figlio di un sottoufficiale dei Carabinieri, poi servitore leale dello Stato.
Macaone è la sua autobiografia, ma tra le pagine il lettore scorgerà un romanzo poliziesco ricco di colpi di scena nel quale tutto ciò che apprenderà è realmente accaduto. Longo è stato spesso definito il Serpico italiano. Stregò addirittura Fellini, che voleva girare un film sulle sue attività investigative. Il progetto non vide la luce per un soffio e anche questo libro stava per rimanere in un cassetto.
La penna di Longo è abile nel raccontare. Nato a Taurianova, nel reggino, nel 1943, questo poeta con la pistola è figlio di una Calabria mitica che si muove tra la sua arretratezza strutturale e il suo fiero isolazionismo. Longo si fece notare subito per la sua caparbietà, per il suo coraggio, tant’è che gli vennero assegnati dei compiti di rilievo. Lavorare come infiltrato tra gli spacciatori e i criminali della Roma di fine anni 60 e di inizio anni 70 non era certo una passeggiata.
Siamo infatti nell’epoca della contestazione, della gioventù che vuole sovvertire il sistema ma che non si accorge che sarà proprio il sistema a sfruttare l’onda della protesta per rigenerarsi, per aprirsi a nuovi mercati leciti e illeciti. Siamo anche negli anni più bui della storia d’Italia, in cui le frange extraparlamentari si inseriscono in una lotta senza quartiere e senza regole, in cui ogni mezzo è consentito pur di arrivare al fine.
Insomma, Nicola Longo è prima di tutto un personaggio da scoprire. In lui c’è quella calabresità che l’Italia ha sempre liquidato velocemente e con superficialità. In questo corposo romanzo, per quanto autobiografico, ci sono riflessioni importanti, capaci di gettare nuova luce su fatti realmente accaduti ma raccontati solo a metà o fin dove è convenuto.
È tempo di rispolverare la memoria? Non solo, è anche il momento di soffermarsi su un libro come questo, che è sia testimonianza sia opera letteraria, che non edulcora ma racconta, che sa dare un tocco di magia anche a quella sensazione di tragedia quotidiana che accompagna chi lotta contro la criminalità.