Nadia Lisanti. 69 poesie e 7 peccati. Controluna
Recensione a cura di Martino Ciano – già pubblicata su Gli amanti dei libri
Parlare dell’eros è una delle cose più difficili. Cos’è infatti questa forza che accompagna l’uomo durante tutto l’arco della sua vita? Io rispondo: un mistero, purtroppo banalizzato e il più delle volte volgarizzato, tant’è che nessuno sa più definirlo; peggio ancora oggi, nella società del consumo, dell’usa e getta, della pornografia. Facciamo allora un po’ di chiarezza: eros non è pornografia e pornografia non è emancipazione dei costumi.
Semmai, essa è oggettivazione della sessualità, è mercificazione del corpo, è consumo e godimento di un bene o di un sevizio. L’eros è una forza-desiderante, innesca i sensi e il pensiero, ma solo i sensi possono alimentarlo e solo il contatto lo rende attivo.
L’eros quindi si nutre di emozioni, del contatto, di carne che sfrega carne, di corpo che abbraccia corpo. Tutto il resto è un desiderio che si soddisfa facilmente, che si ciba di foto, di video, di nudità immortalate alla meglio che si ingurgitano solo per placare una fame capricciosa. Ed è per questo motivo che molte volte l’eros spaventa, perché la bellezza incute terrore. E nel mondo del qui-ora-subito ogni attesa è ansia, ogni ansia è indecisione, ogni indecisione provoca dolore.
Ed è qui che entra in scena la poesia di Nadia Lisanti, che con i suoi versi decanta l’eros che mai si spegne, che è costante desiderio, che si manifesta nel contatto, che è calore e forza, che sa unire i due amanti, capaci di ispirarsi l’uno all’altro, godendo reciprocamente tanto in un lungo abbraccio, quanto riconoscendosi l’uno nell’altro. Ma l’eros della poetessa lucana è anche saper attendere l’attimo giusto, è scoperta della carne che non è peccato, ma materia dell’uomo. Fare all’amore è eros.
L’autrice non ha paura di usare le parole giuste, di chiamare le cose con il loro nome. Di fronte all’eros infatti ci si mostra nudi, senza eccessi o freni inibitori, perché questa forza fa di ogni parte del corpo un essere vivente e non un feticcio sul quale concentrarsi. Ma c’è un altro aspetto dell’eros che mai si indaga: lui non conosce distinzioni di sesso e di età, di status e di razza; riconosce a ciascuno una sua unicità e unisce misteriosamente e perfettamente ciò che per altri non potrebbe mai stare insieme.
L’eros della Lisanti è tutto questo e i suoi versi ne danno testimonianza. E nonostante oggi il corpo “degli altri” sia così tanto a portata di mano, proprio la mancanza di eros spegne tutto velocemente.