My Policeman. Dell’amore silenzioso

Recensione di Letizia Falzone

“Questo amore consuma tutto. Compatisco le persone che non l’hanno mai provato.”

Brighton 1957 – Tom Burgess, un giovane poliziotto, incontra per caso Patrick Hazelwood, un uomo di qualche anno più grande che lavora come curatore in un museo. I due iniziano un’appassionata relazione che mantengono però segreta, essendo l’omosessualità malvista dalla società e considerata illegale per legge. Anche la giovane insegnante di scuola Marion, amica d’infanzia di Tom, è da tempo innamorata di Tom: la donna ignora però il fatto che lui sia omosessuale e il giovane poliziotto, dal canto suo, decide comunque di sposarla per mantenere l’aria di rispettabilità socialmente riconosciuta alle coppie sposate e per evitare che venga scoperta la vera natura del suo rapporto con Patrick.

Il film diretto dal Michael Grandage con Harry Styles, David Dawson ed Emma Corrin è basato sull’omonimo libro di Bethan Roberts, pubblicato nel 2012, e trae ispirazione dalla vera e duratura storia d’amore tra lo scrittore inglese E.M. Forster e il poliziotto sposato Bob Buckingham. Nella realtà, i ruoli sono scrittore, infermiera e poliziotto; mentre nel film diventano gallerista, maestra e sempre poliziotto.

Un triangolo amoroso e tre storie diverse, che convergono tutte in quello che ai tempi era considerato scabroso e malato. Tom e Patrick non sono solo amici. Per quasi due ore traspare nelle loro emozioni, nei loro occhi, nei loro gesti, quell’amore che hanno tentato di tenere segreto. A fare da contorno c’è l’amore con Marion. Inizialmente non si ha percezione di quanto questo triangolo impatterà sulle vite non solo di Tom e Patrick, ma di Marion stessa.

Amore e distruzione in una cornice forse fin troppo patinata, in una Brighton dall’atmosfera malinconica accompagnata dallo scroscio frastornante delle onde.

Non si riesce a non empatizzare con Marion, costretta a una situazione che per quell’epoca era considerata illegale e una vita costantemente alla ricerca della felicità. Così come non si riesce a non empatizzare con Tom e con Patrick, per il loro amore così puro, sofferto, egoista e maledetto. Per quanto nel corso della pellicola ci siano avvenimenti forti, che sono pugni nello stomaco, si riesce a capire il punto di vista di ognuno dei tre protagonisti.

Ma l’altra forza di My Policeman è il diario di Patrick. Marion rivivrà il passato non solo grazie alla presenza, nella stessa casa, di Tom e di un Patrick ormai malato, ma lo rivivrà per mano di quest’ultimo, capendo ciò che in gioventù non aveva mai compreso fino in fondo, sfogliando quel quaderno dalla copertina rossa. La colonna sonora del film sembra essere il rumore incessante delle onde che si infrangono contro la costa inglese, onde che sono anche al centro del quadro di Turner “Tempesta di neve” che i tre si soffermano a contemplare in alcune sequenze della pellicola, quasi simbolo e suggello del loro controverso rapporto.

Un film di una dolcezza, delicatezza, eleganza, romanticismo rari di questi tempi. Con continui salti tra presente e passato si vanno a formare sempre di più questi ritratti di tre persone schiacciate da pregiudizi, tabù, egoismo e sensi di colpa. Una storia che ti fa capire quanto sia stata ancora più ingiustamente infelice la vita di un omosessuale nel secolo scorso. La storia d’amore tra Patrick e Tom non è mai volgare ed è raccontata con una passione travolgente: il conoscersi, il cercarsi, l’amarsi per tutta la vita.

My Policeman però mostra anche come i fantasmi del passato prima o poi vengono sempre a bussare alla porta, ovunque ci si trovi. Non si può scampare dal destino, non si può cercare di sbarrare una situazione mai del tutto risolta. Non si può impedire all’amore di metterci di fronte all’evidenza delle cose. Quello stesso amore che ci fa commettere errori, che ci rende piccoli e fragili. Quello stesso amore che poi cerca di sistemare ogni cosa come dovrebbe essere. Nella drammaticità della vita, nella drammaticità dell’amarsi nell’epoca storica sbagliata, l’amore arriva sempre a trionfare.

My Policeman ci ricorda questo: a potersi amare ancora dopo 40 anni di infelicità e a essere consapevoli di poter amare anche se stessi lasciando liberi gli altri.

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