Miracolo a Città del Capo. Storia del primo trapianto di cuore

Miracolo a Città del Capo. Storia del primo trapianto di cuore

Articolo e foto di Adriana Sabato

Nel 1967 la televisione italiana è ancora in bianco e nero ma sono numerose le sue produzioni: dal primo gennaio 1967 va in onda, per otto puntate, la trasposizione televisiva de I promessi sposi di Alessandro Manzoni. Tra gli sceneggiati di maggior successo e di maggiore rigore narrativo e fotografico della Rai, I promessi sposi aveva la prestigiosa regia di Sandro Bolchi ed interpreti di fama. E ancora, Pier Paolo Pasolini in quell’anno inizia a girare il documentario Appunti per un film sull’India, la cui versione restaurata recentemente si riferisce al suo viaggio in India, quando venne attratto dalla possibilità di dirigere un film-inchiesta sul subcontinente.

Ma il 1967 (in moltissimi lo ricordano ancora) è anche l’anno del primo trapianto di cuore umano al mondo. Effettuato il 3 dicembre l’intervento è condotto dal dottor Christiaan Barnard, assistito dal fratello Marius e un team di una trentina di persone (tra cui anche Hamilton Naki, infermiere, insegnante e ricercatore sudafricano, citato appunto da varie pubblicazioni medico-scientifiche come assistente del professor Christiaan Barnard in occasione del primo trapianto di cuore effettuato al mondo).

Miracolo a città del Capo, dramma biografico del 2022 di Franziska Buchon con Sonja Gerhardt, Alexander Scheer, Clara Wolfram, Fritz Karl, Loyiso Macdonald e Thimo Meitner narra tutta la vicenda. Il film, prodotto in Germania nel 2022 e da poco trasmesso in Italia, racconta la storia della giovane ed ambiziosa dottoressa Lisa Scheel. Figlia – non riconosciuta – del Professor Kohlfeldt, famoso cardiochirurgo di Francoforte, Lisa sogna di poter affiancare il padre e di ottenere così una posizione di prestigio, a lei preclusa a causa dall’ambiente fortemente maschilista. Stanca dei suoi continui fallimenti, decide quindi di lasciare tutto e trasferirsi a Città del Capo, dove inizia a collaborare con il Dottor Christiaan Barnard, al quale propone di eseguire il primo trapianto di cuore umano nella storia, basandosi sulle ricerche di suo padre.

Ad affiancarli segretamente ci sarà anche Hamilton Naki che, in quanto uomo di colore, non può esercitare pubblicamente la professione a causa della segregazione razziale. Quando arriva finalmente il cuore di una donatrice, l’équipe sarà quindi pronta ad entrare nella storia. L’operazione si svolse presso il Groote Schuur Hospital a Città del Capo, in Sudafrica. Il paziente era Louis Washkansky, un uomo di 54 anni affetto da insufficienza cardiaca terminale. Durante l’intervento, il cuore malato di Washkansky fu sostituito con il cuore di una giovane donatrice di nome Denise Darvall, che era stata coinvolta in un grave incidente stradale. L’operazione durò circa 9 ore e interessò un team di chirurghi guidato da Barnard. Nonostante le complicazioni postoperatorie, il trapianto fu un successo e Washkansky sopravvisse per 18 giorni dopo l’intervento.

Malgrado il primo trapianto di cuore umano abbia avuto una sopravvivenza di poco più di due settimane, l’operazione di Barnard segna un importante traguardo per la chirurgia. In breve tempo, Barnard si trasforma in una celebrità internazionale e viene acclamato in tutto il mondo. Il suo viaggio negli Stati Uniti, insieme alla moglie, diventa un trionfo mediatico senza precedenti, con la partecipazione a spettacoli televisivi, incontri presso università e incontri con politici e scienziati.

Ben in evidenza l’intreccio e lo sfondo storico del quale non viene trascurato alcun aspetto, dalla forte connotazione maschilista del periodo, ai pregiudizi causati dalla segregazione razziale (siamo in piena apartheid), nulla viene lasciato al caso. Il successo dell’intervento conferma quanto sia da stigmatizzare in modo assoluto qualsiasi forma di costrizione a vivere in uno stato di inferiorità e in una condizione soggetta a umilianti proibizioni. Io sono il padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima, diceva Nelson Mandela, politico e attivista sudafricano, presidente del Sudafrica dal 1994 al 1999 e grandissimo fautore dello smantellamento delle leggi sul segregazionismo, proprio a indicare il fatto che, nonostante le avversità, non ci si debba arrendere alla sconfitta.

Film da vedere, sicuramente.

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