Millenovecentonovanta
Poesia e foto di Giuseppe Gervasi
Era l’estate,
che sogno di vivere ancora
in una notte di primavera.
Una notte ancora lunga,
che sogna una rosa
e una spiga di grano.
Millenovecentonovanta:
la primavera e poi la calda estate.
Seduti per terra,
nelle piazze,
nei bar all’aperto di paese.
Era l’estate dei primi amori:
tre mesi lunghi e brevi.
Tre mesi di tuffi,
gelati e nudità.
L’estate iniziata
con un voto appeso al muro.
Finita con un bacio innocente:
il primo, in bilico su un motorino cinquanta.
Era l’estate delle notti magiche,
di un urlo nel cielo.
Del primo mondiale di calcio:
vissuto intensamente.
Lo stadio romano,
un immesso tricolore.
Era la prima estate di sempre.
Era la mia estate,
l’unica amata veramente.
Era lo sguardo stupito
di un ragazzo del sud,
era un colpo di testa,
un gol nei minuti finali.
È l’estate,
che sogno di vivere
in una notte di primavera.
Una notte lunga,
che sogna una rosa
e una spiga di grano.
È l’estate dentro la primavera.