Memorie di una Geisha. Un magnetico libro tra “tradizione e modernità”
Recensione di Letizia Falzone
La prima parola che mi viene in mente per descrivere questo romanzo è magnetico. “Memorie di una Geisha” è un libro capace di trasportare in un altro mondo e affascinare il lettore incollandolo alle pagine grazie all’eleganza della sua protagonista. È il racconto fatto in prima persona dalla piccola Chiyo, una bambina dagli occhi color ghiaccio che vive a Yoroido, una cittadina di pescatori. A causa della povertà e della malattia della madre, Chiyo e sua sorella vengono vendute e condotte a Gyon, uno dei maggiori quartieri del piacere a pagamento del Giappone.
Dopo un primo periodo passato a lavorare come domestica in una casa per appuntamenti, Chiyo si ritrova inaspettatamente lungo il sentiero arduo e tortuoso che potrebbe condurla a diventare una geisha. Grazie all’aiuto di Mameha e ad una rigida disciplina, anche se non senza impedimenti, Chiyo si trasformerà in Sayuri, una delle donne più desiderate di Kyoto. Hatsumomo, quella che fino ad allora era stata considerata la perla del quartiere di Gyon, farà di tutto per screditarla ed ostacolarla.
Ci saranno momenti in cui Sayuri penserà di non riuscire a diventare una geisha, altri in cui capirà di non poter scegliere per sé stessa, altri ancora in cui sarà soltanto grazie al pensiero del “Presidente” che potrà dare una direzione esatta alla propria vita. Sullo sfondo, intanto, si avvicina pericolosa e inarrestabile la guerra che non risparmierà neppure l’okiya.
Per dare vita alla protagonista, Golden si è ispirato alla geisha Mineko Iwasaki, con la quale ebbe tuttavia un’accesa controversia: essa accusava Golden di perpetuare il mito comune delle geishe come prostitute d’élite, mentre affermava che nella realtà le geishe non sono altro che artiste altamente preparate, dedite al ballo e al canto. Golden ha senza dubbio dato seguito all’immaginario collettivo sul mondo delle geishe, ma ciò non toglie nulla all’eleganza irresistibile di questo romanzo. Entrare in contatto con questo universo parallelo, è come star seduti sulla bocca di un vulcano addormentato ma, al contempo, sentire sotto la terra, sotto ai piedi, qualcosa che ribolle, che vive e pulsa, come il cuore di una geisha sotto i tanti strati di fruscianti kimono.
Pur collocandosi in una precisa epoca storica, “Memorie di una Geisha” è un racconto senza tempo, una memoria accurata di una realtà che vive di rituali e tradizioni millenarie e che riesce ad impressionare ed emozionare. Uno scritto suggestivo che descrive alla perfezione le condizioni alle quali dovevano sottostare le donne per ricoprire un ruolo nella società. Un libro colmo di malinconia che attraverso i pensieri e gli stati d’animo della protagonista ci fa comprendere cosa si nasconde dietro le varie cerimonie da tè e gli innumerevoli spettacoli d’intrattenimento che animano le serate delle geishe.
È superlativo il modo in cui è stato scritto, l’abbondanza di dettagli, le metafore assurdamente nitide e azzeccate usate dall’autore. Pur trovandoci di fronte ad un mondo a noi totalmente sconosciuto, grazie a poche chiare immagini si riesce a trovare la chiave per accedervi e sentirsi a proprio agio, come se invece, quel mondo, lo conoscessimo da sempre.
“Memorie di una geisha” è uno di quei romanzi che riesce ad assorbire completamente il lettore: ci si perde in mezzo alle strade di Kyoto, ai ricevimenti, alle feste, alle lezioni. La vita della protagonista ci scorre davanti insieme ai capitoli senza che ce ne accorgiamo. E si arriva alla fine delle quasi 600 pagine per poi domandarsi: “come, e adesso?” Perché non se ne ha abbastanza di quelle atmosfere, di quel racconto esaltante che ci fa evadere dalla quotidianità che conosciamo e ci immerge in una realtà completamente nuova.
Come l’acqua degli occhi di Sayuri, la storia scorre come un fiume che attraversa molte vite e si intreccia con la storia, crudele e inarrestabile di un Giappone diviso fra vecchio e nuovo, tradizione e modernità, un mondo che sta rapidamente scomparendo che proprio nella figura leggendaria della geisha sembra trovare il suo culmine. Uno splendido ritratto di un’epoca e di una cultura che in fondo non saremo mai in grado di comprendere appieno, ma che il racconto fattoci da Sayuri con la sua voce indimenticabile può forse in parte esserci svelato.
“Lei si dipinge il viso per nascondere il viso. I suoi occhi sono acqua profonda. Non è per una geisha desiderare. Non è per una geisha provare sentimenti. La geisha è un’artista del mondo, che fluttua, danza, canta, vi intrattiene. Tutto quello che volete. Il resto è ombra. Il resto è segreto.”