Marilù Oliva. Biancaneve nel novecento. Solferino

Recensione a cura di Martino Ciano – già pubblicata su Gli amanti dei libri

Facciamo nostra la storia del “secolo breve”, quel Novecento così pieno di dolore e di cambiamenti, di scoperte e di avanguardie, di bombe e di terrore. Ancora una volta Marilù Oliva fa della letteratura un’arma di divulgazione, di interpretazione, che va dal particolare all’immanente, dall’evanescente al concreto. Nel mezzo di un caos impossibile da riordinare, in cui ogni evento appare come avulso dalla consequenzialità del tempo, c’è la storia di una famiglia che vive nella periferia bolognese, composta da Giovanni, padre affascinante, generoso, ma che ha fallito gran parte dei propri obiettivi;

da Candi, madre divorata dall’alcol e dall’irrequietezza e dalla loro unica figlia Bianca, che cerca nelle favole una via di fuga, fin quando non cadrà nel vortice dell’autodistruzione.

Alla base di tutto, l’impossibilità della figlia di ricucire quel rapporto con la madre che, a sua volta, deve far riferimento al suo passato. E poi c’è una storia che affonda le sue radici nel bordello del campo di concentramento di Buchenwald, dominata dalla figura di Lili, che sopravvive alla violenza. Ed eccoci qui, con in mano un romanzo ricco di storia e di umanità, perché l’uomo è la materia della storia, così come ogni fatto che ha costellato il Novecento ancora ci travolge. Ed è proprio questo legame tra i decenni del XX secolo che si intravede in questo romanzo; perché se è vero che noi siamo sempre figli del passato, anche quando proviamo a dimenticare, non possiamo non costatare che molti eventi hanno dato origine a onde che ancora non si sono infrante.

Pertanto, la storia è ancora quella “materia” fatta di grandi uomini e di clamorosi accadimenti ai quali le masse non partecipano? No e, soprattutto, mai è stato così. E attraverso gli episodi che coinvolgeranno questa famiglia della periferia bolognese, a partire dall’inizio degli anni ottanta, comprenderemo che la Storia non è solo sequenziale, ma un evento totale, difficile da scandagliare e da periodizzare.

Non è il racconto delle “cause ultime” che scatenano i “fatti”, ma è una irrequieta espressione della vita umana, che coinvolge ognuno di noi, che modifica usi, costumi e pensieri. E in questo flusso di eventi, ecco Lili, il passato che incontra “il presente”, ossia, Bianca. E nel loro contatto il dolore non sarà più di una parte o dell’altra, ma di un noi… così come la salvezza.

Quello di Marilù Oliva è un intelligente romanzo sociale, che ha la capacità di mostrare senza pregiudizio e di far riflettere tutti sul senso della storia e di come, proprio ogni evento è sempre un “fatto sociale” capace di generare mostri, speranze, vita e morte.

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