Mani tese di città
Poesia di Giuseppe Gervasi. In Copertina un’opera di Sabrina Alì
Dovevo comprendere,
accettare e abituarmi
alle mani tese di città.
Non avrei avuto monete a sufficienza
per regalare un caffè
o semplicemente un cornetto
alla gente di strada,
che avrei incontrato
nel mio cammino.
Mi pento per la mia indifferenza
verso tutte le mani tese.
Vorrei tanto tornare indietro,
ma non si può.
La cecità di chi mi precedeva
ai miei occhi appariva
e appare assurda.
Anch’io però ho perso la vista pur vedendo.
L’andare di fretta non consente più le fermate di umanità
e la lentezza non è di questo mondo.
Chi è lento rimane indietro.
Chi è lento perde l’occasione giusta.
Chi è lento viene calpestato.
Chi è lento arriverà sempre in ritardo
al tavolo colmo di ogni ben di Dio.
Chi è lento è povero,
ma almeno avrà visto il viso delle persone.