L’ombra è la nostra casa comune
Articolo di Martino Ciano
Ci lasciamo stemperare, regolare, da quella morale senza la quale non potremmo vivere in società. Lasciamo che la ragione metta a tacere i nostri istinti, quei pensieri pericolosi che genererebbero reazioni spropositate, come quei fatti tragici che le cronache quotidiane ci raccontano. La nostra ragionevolezza ci salva, ci fa stare insieme agli altri anche quando non vorremmo, ci rende politicamente corretti, ci fa dubitare dei nostri istinti, ci fa compiacere dei nostri comportamenti educati e mansueti.
C’è però una parte di noi dalla quale fuggiamo, di cui però percepiamo il peso; lei ci chiama, ci assilla, è con noi anche se non vorremmo. Lei è la nostra Ombra. Quante cose rimuoviamo e gettiamo tra le sue fauci, convinti che mai più torneranno; invece, lei conserva tutto e ci colpisce quando siamo vulnerabili, anche quando ci sentiamo invincibili. D’altronde, non esiste essere umano invulnerabile.
Jung sottolinea che ci sono persone che quasi provano ribrezzo al solo pensiero che ci sia una parte in ombra anche in loro. Quasi dà loro fastidio prendere atto che quegli istinti bestiali, smorzati a suon di comportamenti imposti e autoimposti, siano patrimonio comune. Anche da lì scaturisce energia, libido, una scintilla che innesca reazioni a catena incontrollabili, dagli effetti deflagranti. Istintivo non è solo tutto ciò che confluisce nel piacere, nell’edonismo, nel godimento; istintivo è anche il moto di autoconservazione che ci spinge a chiuderci, ad allontanarci, a distruggere ciò che può minacciarci. C’è quindi un processo compensativo, lo scontro tra gli opposti genera quell’energia che ci muove durante il corso della vita.
C’è una volontà di potenza che smuove le fondamenta dell’anima, un accavallarsi di simboli personali e di retaggi sociali che si danno convegno, che si massacrano tra loro, che qualche volta fanno pace. Non c’è un comportamento che scaturisce all’improvviso, semplicemente ha solo sonnecchiato, ha solo deciso di non uscire subito allo scoperto, ha solo compreso quando e non quando non era il momento giusto.
Esiste il momento giusto?