Leggere per vivere. Un raggio di sole
Articolo di Ippolita Luzzo
Fra le funzioni fisiologiche necessarie al vivere Leggere non viene citata.
Grave dimenticanza. Mangiare, dormire, respirare, eliminare le scorie, e bere, bere acqua, l’acqua fa bene, e… leggere no? E a che ci servono quelle funzioni se non per leggere? Mi sono spesso fatta questa domanda, facendo del leggere una delle funzioni piacevoli per il mio organismo. Voi mi direte che leggere è stata una conquista recente nella storia, e rimane una conquista da fare. Leggevano pochissimi fino al secolo scorso, era una nobile attività un tempo, leggevano nel circolo di Mecenate, i Romani, e leggevano i greci nella Stoà di Zenone, dagli stoici ricordata e da banale chiamarlo reading, leggono pochissimi e male oggi in questa epoca bombardata di immagini senza riflessioni, al tempo degli analfabeti funzionali. Quindi Leggere è ancora una azione di lusso, in dote a pochi che sanno cosa leggono, che comprendono il testo scritto, che sia una lettera oppure un divieto, una ordinanza oppure un bugiardino sulla scatola di un medicinale. E questo nelle azioni del quotidiano.Leggere vuole attesa e tempo, come pausa dal giornaliero scorrere degli eventi. Una azione visiva ed immaginativa. Vediamo sotto i nostri occhi parole legate in frasi, in periodi, in costrutti lessicali e intanto costruiamo con quella lettura immagini, situazioni e paesaggi come registi.
Viviamo poi il testo. Leggiamo un fumetto, Superman e siamo noi, Superman, immedesimazione, altra splendida attività della lettura e trasposizione. Regia, sceneggiatura e interpretazione. Chi di noi non è stato Tex, oppure Elizabeth di Orgoglio e pregiudizio? Nella storia infinita, romanzo per ragazzi di Michael Ende, il protagonista è un bambino del mondo reale, che, leggendo un libro sul Regno di Fantasia, si ritrova coinvolto negli eventi del racconto.
Stiamo infatti tutti nei romanzi che ci rapiscono. Non tutti i romanzi posseggono questa magia. Solo i libri magici come Il libro selvaggio di Juan Villoro… Un mondo che non avremmo conosciuto mai se non lo avessimo letto! Sia nella forma narrativa che in testi Geografici, l’atlante, sfogliato e risfogliato, Testi scientifici, la cellula, Testi naturalistici, i Fiori, La fauna. Libri e giornali, Fumetti e settimana enigmistica. Testi di ogni formato. Il grande libro della matematica, dei numeri, dei triangoli, dell’architettura. E sopra tutti il Dizionario. Non si può fare a meno di leggere il dizionario Come sarebbe stata povera, piatta ed inutile la nostra vita se non fosse stata sollevata dal quotidiano e trasportata nel mondo della conoscenza e della lettura! Quale noia sovrumana ci avrebbe afflitto per giorni e giorni se non avessimo avuto in mano “I ragazzi della via Paal” nella nostra infanzia? “Piccole donne” “Incompreso” “ L’isola del tesoro” Con quale libro avremmo lenito i nostri mugugni, le incomprensioni e le ingiustizie subite nell’adolescenza? Come avremmo immaginato il nostro amore se prima non lo avevamo letto? E come avremmo vinto la pigrizia di metterci in gioco se Oblomov non ci avesse ammonito che avremmo perso tutto restando immobili a fantasticare?
E di cosa potremmo parlare con gli altri se non delle letture fatte? Siamo tutti ignoranti delle letture che ha fatto un altro! Ed ogni volta, che una persona mi parla di un libro che io non ho letto, sento una mancanza, una terribile povertà, e mi ripropongo che dovrò conoscere quel libro, quell’autore. Impresa sovrumana perché non si può esaurire la conoscenza degli innumerevoli romanzi.
Comunque una conversazione sempre viva rimane… Be’ certo, alcuni parlano di pettegolezzi, magari così per distrarsi, ma a me annoia sapere le corna, oppure le malattie, oppure se ha cambiato auto tizia o caio, invece voglio sapere cosa legge, se le è piaciuto e perché, fosse anche un semplice giornale oppure un trafiletto. Io adoro ancora le cartoline di Barbato, La Stanza di Montanelli, La bustina di Minerva…Una volta ho scritto che non saprei immaginare la mia vita senza leggere. Senza scrivere invece posso. Senza leggere impossibile.
Mi ha risposto Martin Angioni: Tutti lo dicono. Me lo disse la prima volta Saverio Vertone nel 1985. Poi l’ho sentito ripetere non so quante volte… è così per tanti Io ribattei: Per tanti che abbiamo trascorso i nostri giorni leggendo, questo sì. Diciamo di aver casa invasa di libri, letto invaso, comodini con cataste di libri. Ho una concezione animistica della lettura, come azione vivente. Quindi per me i libri vivono, parlano, si muovono e si spostano per incontrarsi tra di loro. Non parliamo poi dei personaggi! Escono dal libro e si siedono al tavolo affollato senza commissione nelle commissioni per gli affari zoppi del senato. Un tavolo molto chiacchieratoLeggere è vivere perché è una relazione. Scrissi due versi per dirlo
Ti presto un libro/La lettura musicale della relazione con tutti voi, con tutti loro, con i miei simili.Ti presto un libro… me lo restituirai?/A volte no, a volte sì./Lo ricomprerò./Uno spartito musicale che sarà suonato da me e da tanti su tasti di pianoforti/ di pianole/di pc/uno spartito suonato suonato suonato/stonato o meno/che melodicamente intreccia e intesse cori antichi a moderni lai/scrivendo scrivendo piccine invidie e desueti languori./C’è chi si relaziona agli altri con un portafoglio, chi si relaziona con un palazzo, con un gelato/io con un libro/tramite e passaporto verso il tuo mondo, il vostro mondo/il mondo delle frasi fatte e rifatte con il Perlana… sempre nuove!Dopo tante letture una volta tentai di scrivere la biografia di uno scrittore. Avevo letto tanti suoi racconti inediti e nella parte conclusiva io stessa argomentavo quello che dicono tanti e cioè che leggere è vivere, scrivere vien dopo, dopo la lettura. Chi non legge come fa a scrivere?
“Una biografia di uno scrittore, un tentativo di tracciare le suggestioni che lo hanno spinto a scrivere – l’amato Baudelaire il canto eterno del viaggio, dell’andare per vedere, il canto di Ulisse, il canto errante di tutti noi sperduti con gli occhi nell’immensità. Baudelaire – Goethe, il mio doppio, lo stesso cielo, immodesta ma dico da immodesta lo stesso sentire-la ricerca dell’assoluto nella molteplicità dei rapporti – Pirandello –Uno, nessuno e centomila -a ciascuno il suo. Sciascia Montagne, scaffali, tavoli di libri, sfogliati, amati, prestati, perduti. Libri che faranno altri libri, che si moltiplicheranno, perché sono cresciuti in noi e vorranno vivere prepotentemente. Come il soffio vitale si fa largo anche nella costrizione.Come un raggio di sole.
E poi continua così, con altri libri che mi giungono a casa per posta come il libro di Massimo Sannelli, Sessanta copie, un libro che non potrete comprare e che si può leggere se si sta nello stesso regno, che non è più quello delle librerie, molto spesso. Lui è un poeta, un attore, un giocoliere della parola. C’è un modo di essere poeti che esula il banale gioco dei salotti e delle corti, dei premi e delle conventicole ed è il modo del riconoscersi. Se riconosciamo l’altro e chi siamo capaci di riconoscere fa la poesia del nostro vissuto.
E leggere per vivere sarà per divertirsi un po’.