Lealtà (Quarta parte)

Racconto di Salvatore Conaci

La mattina seguente, una carrozza uscì dall’enorme cancello della tenuta, diretta al mercato giù in paese. Nonostante la gelida mattinata, la piazza pullulava di anime agitate. Una massa informe di gente impegnata e sgarbata. Ci volle un po’, ma alla fine la individuarono davvero. Vagava tra i banchi pieni, lo sguardo interessato e vivace. Era sola, ma avanzava con la sicurezza di chi andasse incontro a qualcuno. Pochi metri, infatti, e si ritrovò davanti al suo fidanzato. Era sbucato, all’improvviso, da dietro il telo di un mercante di misteriosi tappeti esotici. Hermes e Leila li osservarono a lungo. Era quasi trascorsa l’intera mattinata quando, senza preavviso né spiegazioni, Leila si diresse verso i due fidanzati. Fingendo fretta e distrazione, andò a schiantarsi contro il torace dell’uomo. Cadde sul terreno bagnato, con un urlo che scosse tutti i presenti.

«Oh santo cielo, Bastian, sei il solito sbadato!», esclamò Moira, accigliata, chinandosi ad aiutare Leila.
«Ma se è stata lei a piombarmi addosso!».

Hermes colse a istinto le intenzioni di Leila, e si avvicinò di corsa. «State bene? Da lontano, vi ho visto fare un volo spaventoso!», le disse.

«Esistono ancora i gentiluomini, grazie a Dio! Pensate che il signore si preoccupava di stabilire chi avesse la colpa!», rispose Leila, piccata, rialzandosi tra le grandi mani di Hermes, e mostrando un ginocchio sanguinante, sotto il vestito infangato.

Moira apostrofò il suo promesso: «Devi sempre passare per bifolco!».

Hermes poté guardarla finalmente da vicino. La trovò divina. Deglutì. Poi, facendo appello al suo sangue freddo, le rivolse finalmente la parola. «Su, non c’è bisogno di litigare! Lasciate che mi presenti: sono Hermes Degli Alani, e quello, lì in cima alla collina, è il mio castello. Vedete?», le disse, voltando le spalle al fidanzato di lei. Moira lo fermò subito: «Hermes Degli Alani?! Allora non mi sbagliavo! Di voi ho sentito dire che scriviate versi divini! E che siano gli angeli stessi a suggerirveli! E che non li pubblichiate perché tanto superiori da poter sconvolgere il mondo intero, se letti da chiunque! È vero? È vero ciò che si dice sul vostro conto, signor Degli Alani? Io amo i libri, ne leggo una gran quantità, per questo motivo ho sempre desiderato incontrarvi! Non so cosa darei, per poter leggere anche solo una vostra strofa!». Hermes si sentì schiacciare dall’intero universo; e poi ebbe l’impressione di essere preso e allungato, alle estremità del suo corpo, da innominabili forze metafisiche; e poi subì i movimenti del Cosmo, e la staticità eterna di Dio. Era lì davanti al suo sogno più grande, e quel sogno gli parlava, e anzi dichiarava di aver sognato lui! Fu un attimo di smarrimento eterno, poi capì che doveva riprendere il controllo di sé.

«Avete sentito dire solo questo?», chiese ironico. Moira gli sorrise, e quel sorriso gli valse un colpo allo stomaco.

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