Le dieci “love-story” più belle della letteratura. Prima parte

Le dieci “love-story” più belle della letteratura. Prima parte

Articolo di Letizia Falzone

Travolgente, passionale, incondizionato. Ma anche dolce, protettivo, tenero. O ancora tormentato, straziante, tragico.
Come è possibile che aggettivi tanto diversi si riferiscono a un unico oggetto?
Non c’è da stupirsi, se l’oggetto è l’amore: il più indefinibile e indecifrabile dei sentimenti, capace di spingere gli uomini verso l’estasi o la perdizione.
Nel tempo, è cambiato il nostro modo di raccontarlo, ma l’amore continua a essere il propulsore delle azioni degli uomini, 
I grandi classici della letteratura sono costellati di storie d’amore che ci hanno fatto sognare.
Indicare quelle “più belle” è un’impresa ardua in quanto ognuno di noi ha la sua preferita, quella che più rappresenta la propria concezione di amore ideale.
Alcune di queste però si sono radicate nel nostro immaginario in modo più forte delle altre, tanto da contribuire a creare l’immagine che abbiamo dell’amore.
Ripercorriamo insieme le dieci storie d’amore più belle di sempre, tra realtà e finzione, storia e letteratura.

1) Elisabeth Bennet e Fitzwilliam Darcy (Orgoglio e Pregiudizio – Jane Austen)

La coppia più romantica della letteratura.
Il titolo del romanzo si riferisce proprio alle attitudini dei due protagonisti, orgogliosi e pieni di pregiudizi, i due prima si detestano, poi si sfidano ed infine s’innamorano.
Una storia d’amore classica ambientata nel bucolico paesaggio della campagna inglese del 1700.
Complice il caratterino di lui e una serie infinita di malintesi, i due oscillano per tutto il romanzo tra l’antipatia e l’ammirazione, l’odio e l’amore finché alla fine la passione trionfa.
La loro è una storia senza tempo perché è una stora d’amore vera, reale. Nessun colpo di fulmine, nessun corteggiamento fatto di rose e poesie. Il lieto fine arriva solo nel momento in cui entrambi i protagonisti si accorgono che l’amore è più importante delle divergenze sociali e caratteriali; che l’amore è più importante di tutto, orgoglio e pregiudizio compreso.
Ovviamente Jane Austen riesce a farne un capolavoro: non per niente quella di Orgoglio e pregiudizio è, senza ombra di dubbio, la love story più amata di sempre.

2) Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti
(Romeo e Giulietta – William Shakespeare)

La storia d’amore più famosa e popolare del mondo.
Amore vero, sincero, profondo, impossibile, tragico. La vicenda dei due amanti di Verona possiede tutti gli elementi necessari per essere parte della nostra epica.
La storia d’amore sboccerà sotto il segno della sciagura, conducendo con sé il tocco fatale della morte dove era atteso l’amore. Il destino fa di tutto per separarli, e solo l’ombra della notte permette l’incontro dei due giovani amanti. È l’incanto assoluto che li unisce in segreto su un balcone in una profumata notte veronese. Un paradiso, destinato però a non conoscere la beatitudine dell’eternità.
Romeo e Giulietta sono diventati il simbolo dell’amore con la A maiuscola, dell’amore ideale, del vero amore che tutti sognano e a cui tutti tendono l’animo e il desiderio. Un amore che sceglie di vivere nel tempo e oltre la vita, oltre la morte. Un amore che sopravvive oltre tutte le barriere, che nonostante la morte dei due protagonisti vive nella memoria di tutti noi, per l’emozione e l’eco che ha provocato nel cuore di tutti.

3) Catherine Earnshaw e Heathcliff
(Cime tempestose – Emily Brönte)

Ambientato tra le brughiere dello Yorkshire, la storia segue infanzia e vita adulta di Heathcliff, orfano adottato da una famiglia facoltosa, che per tutta la sua esistenza lotta per vivere secondo lo stile di vita di Mr. Earnshaw, suo benefattore, ricco gentiluomo proprietario di Cime tempestose, un antico maniero immerso nelle campagne inglesi.
Heathcliff è innamorato di Catherine, sua sorella adottiva. L’amore tra i due si sviluppa fin dall’infanzia, ma nel corso del tempo, a causa soprattutto delle differenze di ceto tra loro e dalla costante avversione di Hindley, il fratello di Catherine, il sentimento perde progressivamente la propria dolcezza.
Catherine è una donna che vede svanire i propri sogni e le proprie passioni a causa della pressione e degli inganni di un ambiente che vuole preservare il “buonsenso” esteriore, la dignità di facciata. La sua intima, quasi inconscia incapacità di scegliere, una volta per tutte, la passione rinunciando alla “tranquillità” e agli agi di una vita matrimoniale rispettabile.
Catherine è felice solo tra le braccia di Heathcliff. Ma Heathcliff è stato ridotto a fare il servo proprio nella casa della donna che ama. Il loro amore vive comunque, di nascosto, con la passione di due amanti disposti a tutto, pur di stare insieme.
Eppure, in un solo momento, drammatico e imprevedibile, Catherine allontana da sé Heathcliff, per colpa di una frase offensiva nei suoi confronti, pronunciata in un momento di sconforto. Heathcliff va via, in cerca di riscatto. E Catherine, credendolo morto, sposa Edgar, pur non amandolo. Da quel momento, di fatto, Catherine sostituisce la sopravvivenza alla vita.
Ma la vita ritornerà insieme all’uomo amato, molti anni dopo: Heathcliff si ripresenta, elegante e ricco, proprio nel momento in cui Catherine ha accettato un’esistenza basata su una “disperata rassegnazione”. Ancora una volta, i nostri protagonisti dovranno combattere contro tutto e tutti, compresa la nascita di una bambina concepita da Catherine con suo marito.
Heathcliff e Catherine riusciranno a realizzare il loro amore, ma solo in punto di morte, quando ormai Catherine si spegne e non ci sarà più tempo per una vita insieme. Ma certi amori sopravvivono anche alla morte. Così, il ricordo di Catherine, quasi un fantasma che incombe sulle desolate brughiere di Cime Tempestose, tormenterà Heathcliff per tutto il resto della vita, fino a che lui riuscirà a raggiungerla per sempre, in una dimensione spirituale.
Anche se è considerato uno dei più grandi romanzi d’amore di tutti i tempi, Cime tempestose è molto altro: è una narrazione complessa, con personaggi spesso detestabili, in cui odio, ossessione, abuso, classe sociale e gelosia si intrecciano in un’atmosfera gotica.
Heathcliff, anti-eroe complesso, ama con la stessa forza con cui odia. La sua relazione con Catherine domina i decenni, passa attraverso le generazioni e sconvolge l’esistenza di due famiglie. I due, pur distruggendosi a vicenda, non riescono a fare a meno della propria ossessione.

4) Florentino Ariza e Fermina Daza 
(L’amore ai tempi del colera – Gabriel García Márquez)

Può un amore sconfiggere il tempo? Possono due persone che si amano sconfiggere tutte le cattiverie e vicissitudini del mondo solamente per riuscire finalmente ad abbracciarsi ed amarsi? Questo grande classico rappresenta l’emblema delle storie drammatico/romantiche, uno di quegli esempi che è stato imitato ed emulato a lungo senza mai riuscirne a copiarne l’essenza magnifica che lo particolarizza. Citato in diversi film, recensito e commentato da migliaia di persone rimane tutt’oggi un’opera quasi “obbligatoria” da leggere per la sua importanza storico-letteraria. 
Ambientata a Cartagena de Indias, in Colombia, negli anni Venti del XX secolo, la storia si snoda nell’arco di oltre cinquant’anni, raccontando l’amore tra il telegrafista Florentino Ariza e la bella e testarda Fermina Daza, moglie del dottor Juvenal Urbino.
È da quest’ultimo personaggio che lo scrittore inizia il racconto, “gettando” il lettore in medias res per poi tratteggiare con pennellate da abile pittore la platonica passione adolescenziale tra i due giovani.
Questo sentimento che si nutre di sguardi furtivi durante la messa nella Cattedrale, del violino di Florentino al centro di magiche serenate notturne, di bigliettini nascosti nei pertugi più strani della città, viene d’improvviso brutalmente troncato dal padre della ragazza. Così Fermina si auto convincerà che quello che prova per Florentino non è amore in realtà, ma una specie di compassione, di tenero affetto.
Spetterà al giovane prima e all’uomo poi il compito di farla nuovamente re-innamorare dopo oltre cinquant’anni, un lunghissimo arco di tempo nel corso del quale il lettore assiste allo sfiorarsi dei due protagonisti, al rischio di perdersi più volte, al ritrovarsi e al congiungersi, in un magico finale nel quale saranno ormai anziani, ma esperti della vita e dei sentimenti.
Uno degli aspetti più pregevoli di questo libro risiede proprio nel fatto che l’autore consente al lettore di immedesimarsi nei protagonisti: Fermina è sì una donna bellissima, ma anche testarda, volubile, e perfino razzista (quando scopre che il marito l’ha tradita, ciò che le fa più male è che lo abbia fatto con una donna di colore). D’altra parte, Florentino è un uomo antiquato, preda di mille manie, preoccupato della forma e dell’esteriorità (i suoi tentativi di porre rimedio alla calvizie sono assai comici), addirittura pedofilo (instaurerà un rapporto anche con una ragazzina quindicenne).
Florentina finalmente si innamorerà di quest’uomo così perseverante, ma non del ragazzo che è stato, non del ricordo sbiadito che ne ha: amerà l’anziano, l’ultrasettantenne oramai calvo, ma infinitamente romantico, dolce e paziente.
Questo libro è molto più di una storia d’amore. È la descrizione minuziosa dei sentimenti più comuni che attraversano l’animo umano. Questi spaziano dall’amore all’egoismo, dalla totale dedizione alla crudeltà dell’indifferenza.
In un mondo che vuole convincerci che l’amore eterno non esiste, L’amore ai tempi del colera racconta di come invece le persone possano nutrire sentimenti forti ed indistruttibili. Questi sentimenti possono spingere costantemente la propria vita nella direzione indicata da ciò che provano, a qualunque costo. È una celebrazione delle persone che vivono l’amore non corrisposto con tenacia e lungimiranza, con pazienza ed ottimismo.
È un racconto positivo, colorato, con il sapore di una fiaba che può diventare realtà, quel sapore che chi è stato perdutamente innamorato conosce bene.
Mirabile la delicatezza con cui Márquez affronta in questo libro i temi delle sfumature diverse dell’amore, del tradimento e della morte, una capacità di descrivere i sentimenti che davvero pochi scrittori possiedono.

5) Anna Karenina e Aleksej Kirillovič Vronskij
(Anna Karerina – Lev Tolstoj)

Il romanzo ritrae la Russia ottocentesca riversata nelle classi sociali d’alta borghesia. Le apparenze, più dei sentimenti, sono pesanti drappeggi di velluto verde smeraldo con il quale le donne si fasciano la vita e sbocciano, lente e maliziose, adorne di roseo imbarazzo, nelle sale riccamente addobbate dei più bei salotti di Mosca. 
Anna è una rosa selvatica in un campo di margherite; un miscuglio di palpito e decoro, di eleganza e istinto, di anima e affanno. Chiunque la osservi ne rimane affascinato, ma si spaventa appena scorge l’abisso del suo sguardo.
Lo scrittore ce lo suggerisce quasi subito, attraverso i pensieri di altri personaggi, quanto la donna sia abbagliante di misterioso incanto.
Anna è sposata con l’ufficiale governativo Karenin e insieme hanno un figlio. Il suo matrimonio, avvenuto quando la ragazza era molto giovane, non è d’amore e il marito è un uomo freddo e scostante. Quando incontra Vronskij, un seducente e fascinoso conte, Anna rimane conquistata dal suo amore. Lo contraccambia, e dal loro legame nasce una bambina.
Questa relazione mette però in crisi il rapporto con il marito, dal quale Anna si separa dopo la nascita della piccola.
Karenin, in uno slancio di generosità, la lascia libera di andarsene, a patto che il figlio rimanga con lui e che lei non lo riveda più.
Da qui in poi comincia la vita di coppia di Anna e Vronskij. Lui, benestante, può offrire ad Anna un’esistenza agiata e piacevole. I due partono per l’estero e tornano nella tenuta di lui, dove crescono la figlia. Anna, come moglie adultera, è malvista in società ed in un primo tempo si accontenta del mondo protetto che le offre Vronskij.
A questo punto del romanzo avviene qualcosa di importante: Karenin, per tramite di altri, propone ad Anna di divorziare. Una proposta che però lei respinge.
Vronskij vorrebbe che Anna divorziasse, ma lei rimanda la decisione, scegliendo di rimanere moglie separata e di continuare a convivere.
Il suo rifiuto per il divorzio da un marito che odia non dipende solo dalla paura di perdere il rapporto con il figlio. Questa strana decisione, incomprensibile anche per Vronski, potrebbe essere proprio la sua volontà di mantenere un rapporto d’amore con lui senza che questo rapporto sia tutelato da un contratto di matrimonio. Anna vuole un rapporto basato sulla piena libertà, in cui l’amore suo e del compagno sia scelto tutti i giorni, vero e senza legami legali, dato che appena divorziata Vronskij vorrà sposarla.
Ma in questo modo non solo la società continua ad emarginare Anna, ma anche la figlia sarà considerata figlia di Karenin proprio per via di questo suo rifiuto, e di questa situazione inoltre soffre molto pure Vronskij. Pentita allora della sua decisione chiede a Karenin di accordarle il divorzio.
Ma questa volta è Karenin ad avere dei ripensamenti e a respingere la richiesta. Di conseguenza, da questo momento in poi, la convivenza di Anna con Vronskij non sarà più una libera scelta ma dovuta ad una costrizione. Anna perde quindi la libertà generata dalla sua precedente decisione e il boicottaggio della società comincia a diventare insopportabile. Nonostante Vronskij continui ad amarla come prima, lei comincia a temere che lui voglia lasciarla per un’altra. E nel momento in cui la gelosia comincia a insinuarsi non sarà più possibile fermare la spirale che la porterà fino al suicidio finale.
Anna non è una dissoluta, ma una persona che, per amore, va al di là della propria morale: è per questo un personaggio che nasce tragico, con un destino che in qualche modo è già scritto. Piena d’angoscia, di sensi di colpa e di ossessioni, Anna condanna se stessa nel momento stesso in cui si innamora e in qualche modo si perde. 

Vi aspetto nel prossimo articolo per continuare il viaggio nei sentimenti delle ultime cinque coppie più belle della letteratura.

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