Lascivi intendimenti. Tre poesie di Gian Luca Guillaume
Tre poesie di Gian Luca Guillaume tratte dalla sua ultima raccolta “Lascivi intendimenti” edita da Puntoacapo
Gian Luca Guillaume (classe 1984, Torino). Autodidatta per natura e bibliofilo per passione, ha cominciato a cimentarsi nella scrittura in versi intorno ai ventun anni, pubblicando poesie in varie antologie, quotidiani, blog e riviste letterarie (La Repubblica, L’Altrove – Appunti di poesia, L’Osservatorio Letterario di Ferrara, Riscontri, Euterpe, Poesia Ultracontemporanea). Ha seguito corsi di correzione di bozze ed editing, valutazione testi, web writing, web journalism e scrittura editoriale presso la scuola FirstMaster. Collabora al blog L’alcova letteraria e al forum Costruttori di Mondi in veste di recensore e di editor di poesia. Tiene corsi online di scrittura in versi e laboratori di poesia. Ha tre pubblicazioni all’attivo: Lascivi intendimenti (Puntoacapo, 2022), Le burle del pastore (Nulla Die, 2021) e L’oscurità tra le foglie (Nulla Die, 2017).
Poesie
Giovani amanti
In albergo, altrove, i giovani amanti
s’amano con più mistero, più lascivia
e osservano dai vetri sgocciolanti
il villano, padron loro, raccogliere l’indivia.
Lei per la stanza va leggera e sbarazzina
Lui sdraiato malizioso guarda, non nuoce…
Che quiete la pioggerella fina fina
e lei che canta felice la sua voce.
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Bacco e Venere
Ah, che notte meravigliosa!
Tutto comincia tempo prima,
quando le belle si fanno
il volto e gli occhi divinamente
e il salone è apparecchiato a dovere:
fiori luminosi, canti gioiosi e piccanti aromi.
Taluni badano soltanto ad amare bene
altri a riempire i cristalli calici
di quel vino che rianima e strega.
«La primavera è cominciata» dice qualcuno:
diamoci sotto allora! Oh, che meraviglia…
Son tutti presi da incantamento!
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Passione
Amore, alla tua bocca si ponga mano
e le vesti arrendi delicatamente
ché non bastano solo le parti scoperte
per vedere ciò che donna nasconde:
la bellezza d’esser donna.
Dunque, non stupirti della foga
nello strappare la gonna in voga
e d’un fiato mostrare le tue grazie:
tacere è bello quando Nudità parla.
Nota di lettura di Mauro Ferrari
“Arte infelice e bellissima” quella a cui è chiamato il poeta: erede di una lunghissima tradizione che mette in mostra – in un modo spesso scherzoso o fintamente serioso di cui sono spie le scelte ritmiche, tonali e lessicali – il lato oscuro dell’amore, della passione e della carnalità, l’Io poetico di Gian Luca Guillaume sembra parlare dall’alto di una saggezza distaccata e duramente conquistata, mettendo in mostra con misurata e divertita arguzia le contraddizioni del rapporto fra uomini e donne. Su tutto, come in Giovenale, nell’Antologia palatina, in Iginio Ugo Tarchetti o nel contemporaneo Mario Marchisio (anche lui torinese), domina la morte, il convitato di pietra che unisce, annichilendoli, sensualità e ragione. Una prova riuscitissima, quella del giovane poeta, che esibisce un miracoloso e coltissimo equilibrio tonale e tematico.