La vita oltre. Biagio Praticò e l’infinito amore

La vita oltre. Biagio Praticò e l’infinito amore

Recensione di Martino Ciano. In foto: “La vita oltre” di Biagio Praticò, Orizzonti Meridionali, 2023

Con la delicatezza della sua scrittura, Biagio Praticò affronta la sfida di raccontare l’amore senza cadere nella banalità, nel già detto e mal-trattato, perché è proprio con l’amore che si possono fare le peggiori figure.

Per Praticò è una forza oscura che invade la vita e la rende gioioso tormento mentre divampa nell’innamorato la necessità di possedere l’amata, o viceversa. E pian piano, quando ogni approccio si fa vano, ecco che tutto rischia di trasformarsi in una delusione che offusca la ragione, che fa emergere le nostre paure e le nostre frustrazioni.

L’amore ci chiama a terribili e spietati esami di coscienza. Soprattutto quando non viene ricambiato, tutto è un fallimento, ogni nostra sconfitta diventa il pezzo di un mosaico in cui ci vediamo inutili e indegni. Sì, l’amore ha la capacità di degradarci o di elevarci più di qualsiasi altra cosa. Per Giovanni e Lea, protagonisti del romanzo, è un po’ così. Il loro incontro è quello tra un cinquantenne, che teme il confronto con l’età, e una trentenne. Lei appare distaccata, quasi priva di sentimenti; si scioglierà con il tempo, quando riuscirà a fidarsi e quando avvertirà il bisogno di confessarsi.

È l’amore gentile quello di cui racconta Praticò, quello che non invade, quello in cui le omissioni servono per proteggere e non per tradire, quello che gli esseri umani hanno eletto a ragione di vita. Dà un senso all’esistenza l’amore? Lo scrittore praiese risponde “sì”; anzi, per lui questo sentimento dà anche significato alla morte, a quella meta che non è “termine” ma “liberazione”.

La vita oltre, ossia la distruzione di ogni annullamento. Si è quando si è percepiti, quando siamo tra i pensieri di qualcuno, tra i palpiti del cuore dei nostri cari. Si è quando il ricordo di noi viene rinnovato di volta in volta, quando dal mondo dell’apparenza entriamo in quello della sostanza. Tra Giovanni e Lea tutto inizia con un incontro in farmacia, poi continua con uno scambio di libri, poi con un dialogo via e-mail. Sono tappe che dettano un percorso che abbraccia ogni aspetto della nostra epoca.

La cura attraverso i farmaci, la cura attraverso l’arte, la cura attraverso l’immaterialità del web. Tra aspetti negativi e positivi che ognuno di questi itinerari contiene, resta forte l’immagine della “necessità di proteggere qualcuno o qualcosa”; ed è d’altronde questa la prima azione spontanea che compiamo verso colui o colei che amiamo. Ma la cura eccessiva è anche una protezione sadica dall’imprevedibile, quindi anche dalla morte, per come la intendiamo.

E forse, in questo romanzo, i protagonisti più che celebrare il trionfo dell’amore, vincono la loro paura verso la morte.

 

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