La vedova Winchester e il mistero della sua casa
Articolo di Letizia Falzone
Una casa infestata, una maledizione e uno scettico chiamato a indagare sulla vicenda. Questi sono gli elementi essenziali di una classica ghost story da film. Ma quello scritto e diretto da Peter Spierig non è solo un thriller movie, bensì la narrazione di fatti realmente accaduti.
Nel 1862, la 22enne Sarah Lockwood Pardee sposa William Wirt Winchester, l’erede della fabbrica d’armi Winchester Repeating Arms Company. Pochi anni dopo il matrimonio, la coppia ha una figlia, Annie Pardee Winchester. Ma la bambina muore prematuramente a causa di una malattia infantile. Il grave lutto segna in maniera profonda Sarah, che cade in depressione. I coniugi Winchester non hanno altri figli e la famiglia si disgrega completamente con la morte del patriarca Oliver nel 1880 e con quella di William nel 1881.
Sarah eredita un patrimonio stimato intorno ai 20 milioni di dollari dell’epoca con una rendita giornaliera di 1.000 dollari al giorno, diventa la “vedova Winchester” e da quel momento la sua vita scivola nella leggenda.
Dilaniata dal dolore decide di chiedere aiuto a chi poteva operare in quella zona tra la vita e la morte interdetta ai più. Il responso fu chiaro: lasciarsi alle spalle la casa di New Haven e dirigersi a ovest, più precisamente a San Josè, California. Lì compra una fattoria e inizia i lavori di quella che oggi si è guadagnata il titolo di casa più infestata del mondo.
Inizia ad ampliarla ininterrottamente. I lavori durano 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno per 38 anni, su disegni fatti da Sarah stessa, che non aveva nessuna nozione di architettura. Sarah era consapevole che la sua incessante opera di costruzione venisse considerata quantomeno bizzarra. E questa lucidità fa decisamente a pugni con la teoria che fosse pazza.
Winchester House non è una dimora qualunque. Si compone di 160 camere: di cui sei cucine e due sale da ballo, quaranta camere da letto e oltre 1.200 finestre, dove vige la totale assenza di regole architettoniche. Scale che non portano a nulla, soffitti al posto dei pavimenti, finestre che si aprono su altre finestre, corridoi ciechi, stanze e porte murate. Colonne costruite al contrario con i capitelli a terra, finestre nel pavimento, porte che si aprono su pareti o nel vuoto, scale che finiscono contro il soffitto, passaggi segreti attraverso cui scomparire e persino un ascensore orizzontale.
Ma perché la vedova Winchester aveva dato direttive simili? La leggenda che aleggia attorno a lei e alla sua dimora parla della convinzione della donna che la sua famiglia fosse maledetta da tutti gli spiriti delle persone uccise dalle armi Winchester. Secondo alcune teorie, la casa era strutturata come una sorta di labirinto nel quale dovevano perdersi gli spiriti che tormentavano l’erede della fortuna dei Winchester. La decisione di costruire la casa, dunque, era per intrappolare quelle anime in pena. Inoltre, se i lavori si fossero fermati, lei sarebbe morta.
Ossessionata dal numero tredici, al punto da farlo ricorrere più volte in vari aspetti della costruzione, alla sua morte dispose la divisione del testamento in tredici parti, firmandolo per tredici volte.
Perché la vedova Winchester ha realizzato in quel modo la sua magione? Lo sviluppo caotico e casuale è dovuto al fatto che la donna ha voluto progettare da sé la villa, pur senza avere nozioni di architettura, oppure al fatto che ha esaudito le richieste degli spiriti?
Sarah Lockwood Pardee Winchester ha portato il segreto con sé nella tomba. Ma la Winchester Mistery House è aperta al pubblico e chissà, magari qualche visitatore troverà finalmente una risposta.