La rete strappata

Poesia di Adriana Sabato

La rete è strappata
Si potrà riparare?
Il pescatore usa l’ago come il medico cuce ferite inferte dal male.
Punti feroci che rammendano il cuore.

Il carnefice lacera sensi.
Usa coltelli, affondano incoscienti.
E strappano ancora reti, squarciano.
Strappano lo stupore dei bambini.

Dal proprio volto, ne cancellano il sorriso.
Lo stupore dei bambini non si tocca ma la sua sacralità è invece violata.
Il candore è imbrattato di sangue.

Ancora intonso il foglio,
si colora di barbarie e di torture senza tempo.

Il libro non è stato letto fino in fondo.
Spudoratezza senza fine
attende di chiudere una porta troppo a lungo aperta
sulle atrocità che non hanno tempo ma solo storia
ripetuta
e da non ripetere, mai.

Selvaggio,
ti nutri di carni strappate dal tuo simile,
del cuore strappato dal petto di innocenti fanciulli
e di tutti gli incolpevoli.

Divori tutto al tuo passaggio…
Presto ripareremo le reti.
Senza dolore
richiameremo i bambini nei cortili a giocare!

Rotolerà la palla nelle strade stanche del paese
Scivolerà lungo colline ancora verdi…

E il pescatore intreccerà trame di reti
Profumate di azzurro

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