La moda. Georg Simmel e l’attualità del “non essere”

La moda. Georg Simmel e l’attualità del “non essere”

Recensione di Antonio Maria Porretti

 

La moda è una forma sociale di ammirevole vitalità (…) Fornisce all’uomo uno schema con cui provare in modo inconfutabile, il suo legame con la collettività, in cambio egli ottiene il potere di concentrare la libertà concessa dalla vita nella sua interiorità e in ciò che per lui è essenziale.Era il 1911, quando Georg Simmel pubblicò questo suo breve saggio dedicato alla moda, la cui valenza e caratura si rivelano inversamente proporzionali all’esiguità delle pagine che lo compongono: sessanta per l’esattezza, a cui se ne aggiungono altre diciotto, comprensive di un articolo di Lukacs, più una nota dell’ottimo curatore Luciano Perucchi.

E non occorre essere particolarmente ferrati sulla materia, né tanto meno addetti ai lavori, studiosi o analisti del settore per lasciarsi attrarre da questo libricino, ammirandone la limpidezza dei concetti esposti. Infatti, l’indagine di Simmel si concentra sul carattere dinamico, transitorio e fugace da sempre connaturato all’idea stessa di moda che, in quanto fenomeno sociale, ci coinvolge e riguarda tutti; vuoi per consenso e approvazione, vuoi per rifiuto e disapprovazione, sottraendosi a ogni tentativo di proporne una definizione da voce enciclopedica.

Credo sia proprio in virtù di un tale approccio, se più volte si ha l’impressione di leggere qualcosa di estremamente attuale. Con una brillante intuizione che lo sbalza anni luce avanti a eminenti e successivi studiosi e analisti del campo, Simmel individua nel bisogno di auto-affermazione dell’individuo, insieme a quello di riconoscimento e appartenenza a un determinato milieu sociale e culturale, i due impulsi primari che generano ogni fenomeno e manifestazione di Moda. Nessuna presa di posizione pregiudicante, solo una chiara e suggestiva esposizione dei fatti di quanto, in ogni epoca, il dilemma tra essere e apparire abbia sempre favorito il successo di un certo stile.

Spesso è proprio un senso di timidezza, un sottile pudore di tradire con la particolarità di un aspetto una peculiarità della propria natura intima, che determina il rifugiarsi di alcune nature nella maschera livellante della moda.

Sembra quasi alludere a certe personalità irrisolte di oggi. Si noti, dunque, come già agli albori del 900, si potesse parlare di riproducibilità su vasta scala della moda, dando un’ingannevole sensazione di democrazia, preconizzando addirittura un fenomeno tipicamente contemporaneo come quello del Fast Fashion, moda cotta e mangiata, rapidamente consumata, nonché a portata di ogni tasca. Del demandare a persone di maggiore spirito e coraggio (e quasi sempre più danarose), il ruolo di Autorità dello stile, meglio note come Influencer

E poiché Simmel rimane essenzialmente un filosofo, ogni tanto butta lì anche qualche riflessione di ordine esistenziale: la moda è contemporaneamente essere e non essere, si trova sempre sullo spartiacque fra passato e futuro.

Un equilibrio perennemente in bilico su cui si muove anche la nostra vita.

 

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