Kierkegaard aveva ragione, forse…

Kierkegaard aveva ragione, forse…

Articolo di Martino Ciano

Che maledizione incombe sugli uomini!

Sono una sintesi tra finito e infinito; un rapporto interiore che si rapporta con altri mille esseri umani che a loro volta si rapportano con loro stessi e con il mondo. Questo diceva Kierkegaard. E sempre lui precisava che tra gli uomini qualcuno non sa di avere un io, qualcuno non sa che può essere se stesso, qualcuno si sforza di essere se stesso, qualcuno non vuole esserlo. Ciò che accomuna gli uomini è la disperazione e per liberarsene dovranno comprendere che il loro io deve rapportarsi solo con Dio, perché a lui appartiene l’essere umano.

Cattolici di terra, di mare e di cielo, voi avete compreso il segreto del fallimento. Vi siete tanto innamorati di una croce da benedire il peccato per trovare piacere nel pentimento.

Quanto ci manca il dono del dubbio. In quest’epoca in cui tutti vogliono capire qualcosa non c’è più spazio per le domande. Vogliamo risposte immediate che saltino fuori all’improvviso. I punti interrogativi ci stanno sulle scatole, impegnano troppo il nostro tempo e il nostro intelletto. I punti esclamativi… quanto li amiamo!!! Sono fendenti che non fanno male. Lasciano ferite da cui non sgorga sangue. Stupiscono e a noi basta questo.

Oggi però non riesco a stupirmi.

Mi siedo sulla battigia. Il mare è calmo, piatto, un’onda va e un’altra viene. È un moto che mai si arresta, chissà quando è iniziato e chi l’ha fatto cominciare. Una mano divina, forse un evento misterioso che nessuno ha saputo spiegare. L’inizio del tutto, il senso del tutto. Meraviglie inspiegabili, disperazione di un cretino come me che dovrebbe essere sul posto di lavoro a produrre il domani… il futuro. Ma cos’è il domani nel nostro eterno presente in cui un essere umano malconcio vive di stenti, senza certezze per la sua vecchiaia e senza possibilità di fuga dalla trappola consumistica.

Domani proverò a stupirmi. Ora consumo il tempo e resto improduttivo.

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