Ippolita Luzzo. Dareide. Città del sole Edizioni
Recensione di Martino Ciano
Ippolita Luzzo, fondatrice della Litweb? Non conoscerla è un vero peccato.
Ha un modo tutto suo di parlare di letteratura. Sa usare un linguaggio emozionale, genuino, che lascia sempre nel lettore quella voglia di approfondire, di andare oltre la prima impressione. Come dice sempre, lei ama costruire situazioni, ossia, incontri che sanno essere momenti di convivialità. Infatti, per la Luzzo, la letteratura raccoglie in sé l’incontro e il confronto, senza questi elementi si parla del nulla.
Con Dareide, la blogger di Lamezia Terme ha messo insieme gli articoli che ha dedicato a Domenico Dara, scrittore calabrese, che ormai si è imposto al grande pubblico come una delle voci più innovative della letteratura italiana. Basta leggere il suo Malinverno, pubblicato da Feltrinelli nell’agosto del 2020, per capire quanti buoni frutti ancora dobbiamo aspettarci da questo autore. E scusate se sono di parte, ma anch’io sono calabrese. Una voce quella di Dara, che nel Regno della Litweb non è nuova, visto che Ippolita ne scrive dal 2014.
Nei suoi romanzi, Dara ha saputo creare un linguaggio ricercato, in cui lo stile poetico riesce a rendere digeribile anche la drammaticità di alcune scene. È come se si entrasse in contatto con la parte più delicata di ogni cosa, anche della violenza. Ed è la forza dell’ambivalenza ciò che fa la differenza in letteratura, perché se tutto fosse diviso secondo un metro manicheo, ci troveremmo solo al cospetto di una sequela di pregiudizi.
Ed è un po’ quello che la Luzzo fa nel suo “regno letterario”. Ogni parte di un libro, dalla storia all’immagine di copertina, viene argomentata lucidamente, in poche battute che diventano spunti su cui riflettere. Tocca poi al lettore, incuriosito, approfondire secondo il proprio gusto.
E proprio tramite Dareide verrà dato al lettore il necessario per tuffarsi nel mondo di uno scrittore dal futuro radioso.