In strada tra gli ultimi
Articolo di Giuseppe Gervasi
La gente di strada, gli ultimi e chi non ha più la forza per vivere. Mi sento spesso come loro, nonostante il sorriso e le apparenze. Ci nascondiamo dietro le nostre paure e poi basta un ostacolo, un pensiero e si è costretti a vivere con a fianco un’ombra allungata e triste.
Una stanza un po’ più grande, la piazza dei piccoli paesi. Seduti, su dei gradini di pietra, osserviamo la gente che passa e facciamo insieme a loro un viaggio. Un viaggio nella loro realtà, nei loro pensieri e disagi.
“Un uomo vestito di chiaro, con un papillon a colori, vive la sua vita senza tempo e senza speranza”. La solitudine della lontananza da chi lo ama, si nota negli occhi che parlano al mondo e a chi lo incontra. Quanti messaggi in quegli sguardi, quanti contenuti in quelle poche frasi che scambiamo per le vie del borgo.
Basta poco per essere grandi e poco per tornare piccoli, indifferenza e disinteresse ci fanno sprofondare nell’egoismo puro. E non capiamo, nonostante tutto sia chiaro. Capire, che esiste la follia degli uomini e la dolcezza di essere folli.