In nessun luogo. Roberto Saporito e la “non-morte”

In nessun luogo. Roberto Saporito e la “non-morte”
Recensione di Martino Ciano
Tra finzione e realtà, tra questi due poli si muove la letteratura, perché senza la propria esperienza non può esistere attività immaginativa. Alla fine, se non c’è un soggetto non c’è neanche un oggetto. Roberto Saporito lo ha sempre messo in mostra nei suoi romanzi, costruiti attraverso quel tu-narrante, che non è il tu-devi di matrice kantiana, ma la voce di un cronista che racconta fatti di cui si può solo prendere atto.
In questo caso, prendiamo atto che la moglie del protagonista è morta, che la sua scomparsa getta nello sconforto quest’uomo, che lui si dà a una peregrinazione senza sosta nelle città e nei luoghi che negli anni ha attraversato con la sua consorte, che proprio quei luoghi sono diventati, prima di tutto, stanze della memoria.
Per il protagonista, forse l’autore stesso, la morte è una definitiva cancellazione dall’universo. In poche parole la morte è un non essere più. Ma proprio perché siamo nel campo della finzione, la contraddizione diventa il vero luogo indagabile, in cui più una cosa si afferma, più la tentazione di negarla con la stessa potenza si manifesta. Ed è proprio quello che fa Saporito, che gioca con il lettore, ponendolo davanti a un dilemma: qual è il tema dominante? La morte o la moglie?
Ed è sempre attraverso questo trucco che laddove non esistono luoghi, tutto è diventato spazio, densa materia, claustrofobica immanenza. Ed è per questo motivo che Saporito scrive più un romanzo di resurrezione che non di morte e di rassegnazione, in cui la negazione è solo una passeggera consolazione, mentre la speranza è ricerca attiva in ogni luogo. Il “non” diventa solo un’ancora di salvezza, anzi di sopravvivenza, una via di fuga che spinge a un nuovo viaggio, a un’ennesima ricerca.

È un libro delicato quello scritto da Saporito. Un romanzo che, per quanto violento in alcuni suoi passaggi, è dolce rappresentazione di un lutto; perché di fronte alla morte l’uomo è terribilmente nudo e vero, e il più delle volte non crede al suo potere.

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