Ilaria Palomba. Brama. Giulio Perrone editore
Recensione di Martino Ciano già pubblicata per Gli amanti dei libri
Nulla è più straziante di un dolore apparentemente senza origine che si riversa su ogni aspetto della vita quotidiana. Come il mare in tempesta, s’abbate su ogni persona e su ogni rapporto. Questo mare non spiana, bensì accumula detriti su detriti, spine su spine, rovi su rovi, rottami su rottami. E la protagonista del romanzo di Ilaria Palomba è così.
Si chiama Bianca, ma lei è una dama oscura, che fa i conti con il suo ioscisso da una inarrestabile ricerca della felicità. Più che desiderare, lei brama la serenità e sebbene “bramare” e “desiderare” siano usati come sinonimi, ciò che si brama difficilmente si acciuffa, perché la ricerca di ciò che si desidera mai si esaurisce e, spesso, ciò che ardentemente vogliamo è solo una pezza che nasconda un buco che se ne sta nel mezzo dell’anima.
Ma nel romanzo di Ilaria Palomba, Brama è anche il cognome di Carlo, un filosofo sopraffino, ma, soprattutto, un uomo devastato… come Bianca. Lei non porta luce nella vita di lui, ma rabbia e antagonismo, sessualità che anela alla distruzione, fuoco che incenerisce tutto.
Carlo e Bianca sono due persone pronte a darsi la morte. In questo romanzo, la morte è una presenza costante che divora la vita attraverso un dionisiaco e tormentato gioco. Come due bambini assorti nella loro innocente crudeltà mentre torturano lucertole, Bianca e Carlo sono amanti che si rinchiudono volontariamente in una gabbia di sadismo. Si evitano, si tengono a distanza, ma solo per incontrarsi meglio dopo, per sbranarsi amorevolmente. Ed è proprio qui, in questo contesto, che l’amore si manifesta come forza né bella né brutta, né positiva né negativa, ma solo come luogo della “nuda vita”.
Il romanzo è scritto in prima persona. È Bianca a raccontare tutto, a far parlare le mille personalità che la assalgono. Non usa parole tenere. Lei è cruda e senza veli, sa che il linguaggio falsifica anche la crudeltà, e sa bene che l’essere umano omette ciò che desidera e si lascia dominare da ciò che odia. Bianca è quindi una fanatica che compensa il suo originario super-dubbio. Stessa cosa Carlo, che sa essere crudele anche quando vorrebbe solo annegare nella dolcezza.