Il Sole di Sara… illumina e ferisce…
Articolo di Angelo Maddalena. Un’impressione “inedita” dopo la lettura di Risorgerà il sole, di Sara Giulia Vitale, Robin edizioni
Chissà cosa penserebbe Pier Vittorio Tondelli di questo “colpo di sciabola” di Sara Vitale, che in 135 pagine descrive quel mondo che Tondelli, negli anni ‘80, aveva raccolto e pubblicato nelle antologie di giovani scrittori (under 25, e Sara ci rientra in pieno!).
Risorgerà il sole sembra non avere molte pretese, lo scrive la stessa autrice nelle “conclusioni”, se non quella di condividere un vissuto “tragico” eppure serpeggiante nelle nostre quotidianità, nella quotidianità di molti coetanei di Sara. Se qualcuno potrebbe trovarci una traccia di “romanzo terapeutico” (e la scrittura è sempre terapeutica, soprattutto se scava e apre o fruga nelle ferite, come direbbe Cioran) non si sbaglierebbe di molto.
Risorgerà il sole ha sicuramente il valore di un documento e di una testimonianza preziosa, documento letterario ovviamente, perché i pochi che lo hanno letto (ad oggi, mentre scrivo, è ancora inedito) ci hanno trovato uno stile coinvolgente, “scritto bene, interessante”, dice Marta D., professoressa di filosofia di Perugia. Dice anche, Marta, che è un lavoro da comporre forse, sì perché Risorgerà il sole è anche un po’ “irregolare” nella composizione, e forse anche in questo trova un tocco che spiazza, con quelle finestre filmiche, se così può dirsi, di personaggi (verosimili anzi veri?) abbozzati e presentati spesso in modo “monografico”, insomma, un libro da leggere per capire cosa serpeggia nel sottobosco spesso poco visibile in cui gli psicofarmaci sono magari più presenti delle droghe e dell’alcool, e in cui la violenza interiore non sempre trova canali e spesso finisce in tragedia (si veda il servizio dal titolo Disturbi psichici, le fragilità non viste, su Avvenire del 15 ottobre 2021).
Sara lo sa e lo dice, soprattutto alla fine del libro, in cui scopre le carte, perché questo è un libro confessione e testimonianza, offerto al mondo come specchio e come dono, come gioiello forse, spaventoso a tratti, preoccupante, illuminante e…che fruga nelle ferite: un libro, come direbbe e vorrebbe Emile Cioran: “pericoloso”.