Il respiro dell’abbandono
Poesia e foto di Giuseppe Gervasi
Bidoni di paglia ai piedi dei calanchi.
Scorre l’acqua calda,
che profuma di terra bruciata.
La macchina scivola sui tornanti assolati,
isolati: deserti di vita.
All’improvviso un suono di clarinetto
da una casa abbandonata,
vissuta da uomini piegati.
È un suono ossessivo, costante, infinito.
E poi arriva il silenzio,
il respiro dell’abbandono,
la voce invisibile,
la poesia di storie murate.
È il silenzio che voglio,
è il silenzio che cerco,
è il silenzio l’amore trovato.