Il mondo è tutto ciò di cui hai bisogno…

Il mondo è tutto ciò di cui hai bisogno…

Articolo di Martino Ciano. Foto in copertina di Pina Labanca 

Ti è servito il mondo per dichiararti innocente. Come altri e in mezzo ad altri ti sei visto. La folla, la massa e il suo corpo informe. Un solo cuore e un solo cervello; sei colpevole come gli altri per l’ennesima rivoluzione fallita.

“Il cielo cambia aspetto quando piove, gli uomini neanche in quel momento”, così diceva tua nonna tra una preghiera e una risata con cui concludeva il racconto di qualche episodio antico che aveva fatto strabuzzare gli occhi persino ai morti.

Storie di paese, divinazione fuorimoda di qualcosa che è più forte del tempo, ossia la noia di dovere ammettere di essere sempre sé stessi.

Ti sei visto allo specchio prima di uscire di casa. Eri arrabbiato e pensieroso senza nessun motivo. L’umidità avvolgeva l’aria, tu boccheggiavi insieme alle tue gambe. Passo dopo passo è stato scoperto il mondo, tu stavi scoprendo che si gira a zonzo quando si medita un lungo riposo. Nessuna scoperta stupefacente se non la solitudine delle cose. Case e alberi, erba e mare, cielo e nuvole; tutto qui, anche oggi. Nulla di nuovo se non le zanzare.

Hai scritto su dei fogli a quadretti le tue impressioni: parole che hanno pronunciato prima di te santi, re, martiri, disperati e ingrati. Il lamento dell’uomo in cerca di elevazione e in attesa della morte che accoglie nelle stanze dell’eternità. E cosa cambierebbe? Un’elevazione e poi un’altra, fino a giungere alla fissità, all’immobilità, all’eternità, alla serenità. Stare lì senza poter distruggere l’opera. L’opera di cui anche Dio si è annoiato.

Ecco non scrivere più.
È il giorno migliore per immaginare in silenzio.
Per fortuna, i tuoi limiti ti hanno salvato.
Un sussulto di dignità ti ha reso umano.

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