Il futuro ha un sapore antico. Nel cosentino, a Santa Maria del Cedro nasce “Opificio Calabria”
Articolo di Letizia Falzone
Nel cuore del centro storico di Santa Maria del Cedro, tra Piazza Casale e Piazza Don Francesco Gatto, è appena nato un laboratorio magico. In questo luogo avviene la lavorazione e la trasformazione di due frutti pregiati: il cedro e il fico dottato. Ma prima di tutto, è opportuno conoscere i protagonisti di questa storia.
Marco è un giovane uomo di Santa Maria del Cedro. Con un diploma da massofisioterapista in tasca, lascia presto il suo paese. Vive qualche anno a Torino e Perugia, poi in Danimarca fino a quando approda in Cina al fianco di Ciro Ferrara con la squadra da lui allenata e con la nazionale cinese di Marcello Lippi.
Francesca è una giovane donna di Santa Maria del Cedro. La scelta di dedicarsi all’agricoltura non è stata immediata. Il suo sogno era diventare architetto ma dopo la morte di suo padre in un tragico incidente stradale, preferisce stare vicino alla mamma e alla sue sorelle. Inizia a dare una mano nell’azienda di famiglia, in cui c’è anche Giovanni, suo cognato, che già lavorava con il padre di Francesca.
I due ragazzi si incontrano e si innamorano. E così Marco decide di ritornare in Calabria. Ma Francesca ha un sogno che era anche il sogno di suo padre: un progetto che collega la coltivazione del cedro e dei fichi dottati alla trasformazione e produzione di tutti i prodotti legati a questi frutti pregiati. Così, qualche giorno prima del lockdown che ha fermato l’Italia per il Covid-19, Francesca e Marco acquistano tre ettari di terreno per coltivare il cedro e il fico dottato.
Sembra una pazzia. Ma Francesca e Marco fanno tesoro della locuzione Oraziana “carpe diem” e decidono, insieme a Giovanni che li guida, di ampliare il progetto familiare, rimanendo in Calabria e scegliendo di accettare la sfida di valorizzare il territorio e dimostrare che questa terra può dare tanto. Il sogno di Francesca che oggi condivide con Marco e Giovanni si è realizzato. È nato così Opificio Calabria.
Oggi Francesca è fiera di questa scelta e conduce l’azienda con passione, cercando costantemente di unire la tradizione e l’innovazione con la coltivazione. In primis una coltivazione di alta qualità di questi frutti speciali, una coltivazione che lei definisce “coltivazione morale” perché condotta nel rigoroso rispetto dei frutti, della natura, del suolo e del consumatore. Inoltre, tramite le visite in azienda, vuole riavvicinare l’uomo alla natura con lo scopo di far riscoprire ed apprezzare la bellezza naturale, allontanandolo dall’oppressione della vita quotidiana, riappropriandosi del “lusso della contemplazione naturale” ormai lasciata da parte nella frenesia della quotidianità.
La missione del laboratorio appena sorto è “affascinare” il palato dei consumatori italiani e d’oltre oceano: sapori semplici, genuinità dei prodotti, abbinamenti poliedrici, packaging accattivante, comunicazione multilingue, social language. “Grazie al mio lavoro ho la fortuna di apprendere e vivere buona parte di questa mia passione che voglio approfondire spaziando dal benessere alle curiosità, dal tempo libero alle tecniche di coltivazione, passando per le tradizioni culinarie e non solo”.
L’obiettivo è quello di stuzzicare la curiosità delle persone, portandole a conoscenza di ciò che spesso danno per scontato ogni giorno ma che, invece, cela grandi valori, privilegiando realtà a conduzione familiare. Tutta questa dedizione e passione, che Francesca e la sua famiglia trasmettono ai loro ospiti, è basata su un unico filo conduttore: “lavorare la nostra campagna, rispettando la natura, rende i nostri prodotti unici, proprio come si faceva una volta. Perché senza una buona base non si può ottenere un prodotto di qualità”.