Il fabbricante di lacrime. Erin Doom e l’amore per la fragilità

Il fabbricante di lacrime. Erin Doom e l’amore per la fragilità

Recensione di Letizia Falzone

Tutto quello che si conosce di Erin Doom, pseudonimo di una scrittrice italiana di origine emiliana, sono i suoi studi scientifici liceali e la sua formazione giuridica. L’autrice, che si è avvicinata al mondo della scrittura grazie a Tolkien, ha incominciato a pubblicare i primi capitoli del suo racconto “Il fabbricante di lacrime” su Wattpad. La piattaforma di lettura social lanciata nel 2006 è stato il primo campo di prova per lei, che capitolo dopo capitolo, ha rapito l’immaginario dei lettori, arrivati a quota sei milioni prima dello scorso giugno. Poi l’arrivo dell’editore, Magazzini Salani che ha deciso di raccogliere la sfida e di lanciare nel vasto mercato della letteratura il progetto di debutto della giovane autrice.

“Fabbricante di lacrime” è un libro che mi è capitato per caso, regalo di Giulia, una ragazza dolcissima, che conosce la mia passione per ogni tipo di lettura.

Questo romanzo sembra il solito libro per adolescenti. E pur immaginando di trovarci personaggi stereotipati, sdolcinature infantili e frasi fatte mi sono invece immersa nella favola di Nica e Rigel consapevole di poter sognare a occhi aperti. Molto del suo significato si trova tra le righe. Infatti, già i nomi dei personaggi hanno riferimenti metaforici.

Nica, nome di una farfalla, è una ragazza dagli occhi del colore del cielo che piange. Impossibile non amarla, la sua delicatezza rende difficile non volerla proteggere ad ogni costo. Nica è una falena che non ha paura del buio, ma che è terribilmente attratta dalla luce, nella sua ingenuità. Con lei impariamo a non smettere mai di credere in qualcosa, perché se ci credi davvero, prima o poi si avvera. Impariamo ad amare con cura e dedizione anche le forme di vita più fragili, i cerotti colorati, il potere degli abbracci, l’affetto degli amici, lo sguardo di chi ci ama. Ma, soprattutto, con Nica capiamo il valore del lasciarsi il passato alle spalle e la forza di muovere il primo passo verso il futuro.

Rigel, il lupo solitario dai capelli corvini e lo sguardo tagliente. Solo chi ha la dolcezza nello sguardo del cuore sa guardare davvero oltre l’apparenza di questo ragazzo. Solo chi ha la pazienza di capire i suoi spigoli, può imparare il percorso fino al suo leale, fedele, coraggioso cuore. Rigel, come la settima stella più luminosa del cielo, che come lui brilla solitaria nella notte scura. Lui ci insegna ad amare in silenzio, con il rumore di tanti piccoli, concreti gesti. Ci insegna a resistere alla vita, come una roccia che tenta di fermare lo scorrere impetuoso di un fiume. Con Rigel incontriamo l’elegante irrazionalità dell’amore, che ci spinge a prendere decisioni avventate, a rischiare il tutto per tutto pur di non abbandonare la persona amata.

Fragile e meravigliosa è lei, solitario e seducente è lui. Si tratta di due “ragazzi interrotti” come si definiscono i giovani che portano addosso il male di vivere. Tra queste pagine, si parla di violenza però con estrema e insolita delicatezza. Si racconta di infanzia negata e di crescita travagliata.

Un lungo viaggio crudele, feroce, doloroso ma anche uno di quelli più belli che rimangono impressi nella memoria del lettore per la forza della speranza che surclassa ogni tipo di dolore. È la storia di due anime mute che imparano a urlare attraverso la potenza dell’amore, che nel silenzio diventa forza e annienta i demoni del passato. Due ragazzi come Rigel e Nica, vissuti con l’assenza del calore di un abbraccio e la semplicità di un gesto affettuoso tra le mura fredde di un orfanotrofio, in cui l’unica speranza era quella un giorno di trovare il calore in una famiglia.

Lo stile di questo romanzo gotico-romantico è decisamente poetico, con una dettagliatissima descrizione sia dei paesaggi che dei singoli personaggi, in ogni loro sfaccettatura. Non mancano poi i flashback, che permettono al lettore di scoprire il passato dei protagonisti. In particolare, l’autrice Erin Doom ha la capacità di scavare nell’animo di Rigel e Nica, facendoli emergere pian piano grazie all’amore, alla gentilezza e a quella quotidianità che ad entrambi era sempre mancata. I due ragazzi, con i loro cuori spezzati, si trovano e, come un puzzle stropicciato, si completano a vicenda, realizzando, l’uno nell’altro, l’incastro perfetto.

La scrittura è scorrevole sebbene presenti ripetizioni soprattutto nell’ossessiva descrizione di Rigel da parte di Nica. Ma già, gli occhi dell’amore non si saziano mai dell’oggetto del loro desiderio! Perdoniamo ciò alla giovane autrice. Presenta discreti plot twist in grado di ravvivare l’interesse dei lettori. E morbide citazioni a inizio di ogni capitolo.

Nica e Rigel due eroi di carta che vivono di vita propria e reale. Con entrambi, la Doom fa un ottimo lavoro nella loro realizzazione, li rende pieni di sfumature, di luci e ombre che vengono a galla pian piano in un sali e scendi di emozioni forti . Il loro rapporto strano e complicato è comunque un legame fortissimo. Li tengono uniti gli stessi ricordi di violenze, abusi e disagi. Nonostante tutto e a dispetto di tutti, si daranno cura e guarigione. Scopriranno sentimenti profondi e complessi l’uno nell’altra, l’uno per l’altra e dentro sé stessi.

La felicità non vuole compromessi ma a volte è costretta ad accettarli e per avere un pezzo di paradiso, spesso c’è da attraversare tutto l’inferno.

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