Il dolore e il dolce risveglio

Racconto di Adriana Sabato

Mi svegliai in una stanza che non era la mia. C’era un’atmosfera ovattata ma altrettanto familiare. Tuttavia non riuscivo a capire dove mi trovassi.  Non ce la facevo a respirare, affannavo. Già, pensai, l’anestesia!

 Mi aveva generato una strana reazione o forse stavo per morire, non saprei. Però sentivo qualcuno che mi sorreggeva la testa e sembrava non mi sentisse mentre dicevo: non riesco a respirare!

Ad un tratto mi giunse all’orecchio molto chiara una frase: com’è bella! Com’è bella! 

Ma cosa o chi, era così bella? Non capivo. Ero talmente rintronata da non capire più nulla. E le forze mi abbandonarono sempre più, prima di ripiombare in quel sonno tanto simile al riposo eterno! Il mattino seguente appena sveglia, la stanchezza cessò all’improvviso: era appena arrivata lei. La mia, la nostra dolce bambina era nata la sera prima ed il taglio cesareo mi aveva completamente privata della gioia di vedere, nell’immediato, il desiderio d’amore più immenso, realizzato. 

Adesso era lì davanti a me, accanto a me, sopra di me, sul mio corpo, sul mio seno, sul mio cuore. Adesso toccava a lei. A lei e a me, per sempre. Un sogno, stavo per vivere un sogno. Il dolore, il malessere, la fatica, tutto era scomparso in quel fatidico attimo. Grazie al cielo ce l’avevo fatta e non sembrava – ancora oggi – non mi sembra vero.

Era nata Lei, la nostra piccola e dolce cucciola. Desiderata ed amata da sempre era lì; un piccolo essere che attendeva il nostro amore e la nostra dedizione come noi avevamo tanto atteso la sua nascita e la sua presenza fra noi, una creatura che era già nei nostri pensieri da quando, non più giovanissimi, ci eravamo conosciuti. Un sogno che diventava realtà, un batuffolo da amare, questo era e sarebbe stata per sempre la nostra piccina. Ciò che più contava, adesso, era lei. Il nostro desiderio d’amore più grande. 

Oggi hai 24 anni e nulla è cambiato, se non un sentimento cresciuto e maturato nel tempo e che si trasforma nella consapevolezza di una vita certamente non facile – perché la vita facile non fa per te e non è facile per nessuno – ma che si trasforma nell’augurio di una realtà che sia serena e ricca di curiosità, nella ricerca di ciò che Tu e soltanto tu, figlia, desideri.

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