Il dito contro…
Articolo di Adriana Sabato
Caro amico, giovane e saggio,
mi chiedi a cosa siano dovute le mie parole. Bella domanda, caro mio! Il fatto che in questi giorni stia toccando con mano e osservando con gli occhi un tanto di tutto e un tanto di niente, proprio non me l’aspettavo…siamo alle solite, amico mio. Sempre le solite cose.
Falsi miti e valanghe di sciocchezze in offerta speciale. Messe in scena che il miglior attore al mondo non sa. Non so se questo c’entri con il fatto di vivere in un ambiente che sta stretto. O con i tempi che stiamo vivendo, tra tanti rischi e molte speranze. Penso invece che sia più che altro dovuto ad una mancanza di rispetto dell’uomo verso se stesso forse connaturata e quindi, forse, meglio scegliere la rassegnazione. O la rabbia che sale da dentro, come caffè bollente che, vomitandosi addosso, fuoriesce, trabocca, straripa. E dalle sponde di ciò che è seminato può uscire limo oppure veleno, dipende!
Prima di puntare il dito contro…
Devo pensare che le cose non vanno così come si spera?
Allora diciamolo, una buona volta, gettare la maschera costa ma è un prezzo che prima o poi paghiamo tutti. Di tasca nostra o anche no. Comunque sia, la dittatura è un inutile abbrutimento. Meglio evitare. Facciamo spazio ad altro ché l’inutile, scrive qualcuno, torna sempre utile. Un giorno lo sapremo. Io l’ho scoperto da poco: quando sono andata a vedere se un amico era scomparso per davvero. Roba inutile, pazzesca, si dirà. Purtroppo si. Era vero. L’ho constatato con occhi e teneri sguardi, e con lacrime, e tanto trucco sulla faccia.