I Veltri da Forenza. Da patrizi a conti tra il Seicento e il Settecento

I Veltri da Forenza. Da patrizi a conti tra il Seicento e il Settecento

Articolo e foto di Andrea Massimo Basana. Continua il nostro viaggio nella storia del borgo lucano

La famiglia Veltri, seppur abbia lasciato molte ed innumerevoli testimonianze del proprio passaggio a Forenza e nei suoi dintorni, invero non aveva origini lucane, bensì calabresi, con più precisione cosentine. Si trasferì a Forenza tra la fine del ’500 e gli inizi del ’600, probabilmente spinta dalla possibilità di un ascesa economica e sociale, in una cittadina, all’epoca, in pieno fermento.

Giunta a Forenza si stabilì a ridosso di quello che doveva essere un ampliamento cinquecentesco dell’antica cinta muraria, in una zona in piena espansione urbanistica. Trovò sede in una dimora piuttosto modesta invero, ma che con il tempo si sarebbe ampliata sino ad inglobare il tratto di mura e le torri nei pressi delle quali l’abitazione sorgeva. Sul portale primigenio della loro casa ancora campeggia l’antico stemma Veltri: un veltro, un cane da caccia, ai piedi di un albero, il tutto sormontato dalla corona patrizia, piccolo titolo nobiliare questo, che la famiglia possedeva all’epoca del trasferimento.

Prima testimonianza di un intervento pubblico effettuato dalla famiglia Veltri è il sacello fatto costruire da Simone Veltri nel 1665 e dedicato a S. Vito, figura, questa del santo, probabilmente portata con loro da Cosenza, a cui con ogni probabilità si sentivano legati per via del simbolo del cane che condividevano. Il piccolo edificio dovette avere un grande impatto dal punto di vista sociale, tanto da donare il nome di S. Vito all’intero quartiere nel quale sorse, all’epoca in piena crescita.

Pian piano la famiglia crebbe d’importanza e prestigio arrivando ad imparentarsi nel XVIII secolo con i viceré di Napoli, cosa questa che con ogni probabilità li portò ad elevarsi al titolo di conti. L’ascesa sociale, a quanto pare, fece sentire non più conforme la vecchia residenza di Forenza che, nella tipica consuetudine delle case palaziate forenzesi, si era ampliata inglobando le abitazioni limitrofe, non avendo di conseguenza una planimetria ed un’estetica elegante e ponderata. Qui tuttavia rimase ad abitare un ramo secondario della famiglia, mentre quello principale si trasferì in una nuova abitazione fatta costruire a Venosa in piazza Ninni dal conte Giuseppe Antonio Veltri nel 1761, come ce ne dà testimonianza lo stemma e l’iscrizione posti sulla facciata. Seppur essa non brilli per sfarzo o ampiezza, di certo doveva meglio assurgere alle nuove esigenze della neo-comitale famiglia.

Cosa assolutamente interessante da notare è che all’innalzarsi di grado della famiglia si decise di modificare anche lo stemma: il veltro che campeggiava sul blasone, in una posizione quasi dimessa ai piedi dell’albero, divenne infatti rampante, poggiandosi al tronco di esso, quasi a voler ulteriormente sottolineare come la famiglia si fosse innalzata in grado e prestigio.

A quanto pare il conte Giuseppe Antonio si interessava non saltuariamente ad arte ed architettura, commissionando nel 1791 al pittore forenzese Nicola Federici un’importante tela raffigurante la “Pietà con anime purganti”, al momento nei depositi della sovraintendenza di Potenza, ed effettuando alcuni lavori di ampliamento ed abbellimento della residenza forenzese. Interessante fatto storico da ricordare è che nel tardo ’700 il Federici acquistò proprio da un membro della famiglia Veltri la sua abitazione di Forenza situata a poca distanza dal loro palazzo.

“Pietà con anime purganti”, dipinto del 1791. La foto è di Mario Brienza e risale a quando il dipinto era ancora nella chiesa San Pietro di Forenza

 

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