Guerra e Pandemia: dominio dell’insicurezza

Articolo di Gianni Vittorio

Anno 2022. Dalla pandemia alla guerra in Ucraina, il filo conduttore sembra essere l’incertezza.
Bombardati dai media ci sentiamo fragili in questi tempi bui. Prima il Covid19 ci ha resi sicuramente più insicuri, uscire di casa sembrava quasi come scappare dalle gabbie. Il mondo in questi due anni e mezzo è davvero cambiato, purtroppo in peggio. Atmosfere da Black Mirror sono diventate scene di ordinaria quotidianità.

Quello che sembrava per noi un virus passeggero si è rivelato il peggiore dei mali. Tutta l’economia mondiale è stata stravolta da questo incubo, mentre il sistema sanitario è andato in tilt. Poi è arrivata l’estate e anche la Pandemia ci ha temporaneamente lasciati, per ritornare in autunno. Dopodiché, i vaccini e Big Pharma ci hanno illuso, facendoci credere che tutto si sarebbe risolto in poco tempo. Forse siamo stati troppo ottimisti? Passano pochi mesi e arriva un altro evento di caratura mondiale, ancora più drammatico del primo. Putin decide di invadere una terra a lui apparentemente amica: l’Ucraina.

Un popolo dello stesso sangue diventa un nuovo nemico da combattere.

Certo le avvisaglie c’erano state,  gli analisti dicevano e dicono che in quei territori i separatisti del Donbass combattono già da otto anni: l’ennesima guerra civile dimenticata che ha provocato migliaia di vittime. Le origini del conflitto (operazione speciale secondo il gergo filorusso) sembrano causate da un nuovo scenario geopolitico che ha visto la Nato spostarsi nel corso degli anni sempre più ad est, fino ad arrivare ai confini ucraini (Ucraina significa proprio vicino, sul confine).

La causa più remota che ha fatto sì che il nuovo autocrate invadesse un popolo sovrano è probabilmente dovuta all’antica insicurezza della Russia, nazione che vede il nemico ostile ovunque.

A questo elemento si aggiunge un altro fattore scatenante, cioè la volontà degli Usa di conservare un ruolo predominante nel continente europeo, ormai diventato uno scudo per ottenere i propri fini. Ma anche queste ragioni non giustificano (né si comprende) ciò che è stato fatto dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, il cui presidente, Zelensky, rende la narrazione ancora più incredibile se si vanno a scoprire le sue origini. Lui è un ex attore e ha interpretato in una serie tv il ruolo di un professore che diventerà presidente dell’Ucraina, ora lo stesso si trova a guidare un Paese in guerra. Quindi si ritorna dentro scenari assurdi e paradossali, ma incredibilmente reali.

In un contesto del genere trovare una soluzione diventa complicato. Meglio armare gli ucraini con il rischio di allungare la guerra, oppure negoziare davvero cercando un compromesso che possa andar bene per entrambe le parti in gioco?

Sembra quasi di vivere in una nuova narrazione globale, in cui a prevalere non sono più (o non solo) motivazioni di carattere economico, ma ancestrali insicurezze e nostalgie imperialiste. Una meta-realtà in cui a dominare sono gli egoismi più primitivi. In questo nuovo ordine mondiale siamo come inghiottiti in una nuova dimensione post-storica che ha fatto emergere l’ossessione primitiva dell’egemonia dell’uomo contro l’uomo.

In una società dove si combatte a colpi di propaganda oggi dobbiamo fronteggiare la brutale menzogna della guerra.

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