Resoconto 2002-2022. Giovanni Granatelli e la poesia della sospensione

Resoconto 2002-2022. Giovanni Granatelli e la poesia della sospensione

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “Resoconto 2002-2022”, di Giovanni Granatelli, Scalpendi, 2023

Venti anni di poesia non le racconti o le spieghi con una manciata di righe, anche perché tra i versi di un poeta si intrecciano emozioni, esperienze e impressioni. A volte dovresti essere un cronista, altre volte un testimone diretto, e forse neanche ci si metterebbe testa; ma d’altronde la poesia non va spiegata, essa semplicemente è.

Giovanni Granatelli ha voluto chiudere tutto tra le pagine di un resoconto, rappresentando le sue liriche come briciole disseminate lungo un percorso che non ha meta. Tra i suoi versi infatti non c’è fine, ma spazio immenso in cui si incontrano parole claustrofobiche.

Che contraddizioni dell’animo umano sa mettere in mostra la poesia, quest’arte che non insegna nulla, che lotta contro l’atarassia, che condanna la visione anaffettiva. Granatelli si addentra nel particolare. Le sue poesie sono punti di vista setacciati dalla malinconia, anche quando c’è poco da rimpiangere, persino quando il passato ha donato dolore… eppure, il dolore ha generato.

Ancora commoventi/i piedi dentro i sandali/sul terreno sotterraneo/e gli occhi della cagna/che cerca refrigerio/e immense fedeltà./Il piccolo rettangolo/di carta fotografica/racconta la spola.

Ci sono spazi bianchi da riempire, non sono parti di un foglio, ma è la vita che si manifesta senza chiedere il permesso, solo lasciando dietro di sé “tempi morti” o “isole pacifiche”; ed è in questi attimi di tempo che Granatelli scrive, perché la vita è sempre e ovunque.

È una poesia riflessiva, nata tra l’indifferenza e la quiete, tra il riposo e la rassegnazione; viene gettata lì, tra i capricci umani e le banalità di principio, mentre questioni di “vita o di morte” attanagliano il cuore e tu, uomo, ringrazi perché sei poeta, ossia colui che non pretende di capire, ma che sa di essere poca cosa tra le faccende del mondo. Sai anche che le tue parole rivoluzioneranno solo te, per un attimo.

nel percorso sospeso/lungo il codice dei viali/gli imperfetti rettilinei/degli alberi dormienti/le finestre che raccontano/vertigini di ipotesi./La città ha un odore/innocente e imputridito/riassume negli occhi/una musica straziante

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