Gloria e fine dei Veltri da Forenza
Articolo di Andrea Massimo Basana. Un altro capitolo della storia del borgo lucano
Come visto in precedenza, la famiglia Veltri aveva iniziato un’ascesa sociale che non sembrava aver fine nemmeno sotto il regno dei Borbone, tanto da far divenire un loro membro Procuratore generale.
Ma se da un lato essa trovava onori e glorie sotto l’egida borbonica, dall’altro un sentimento contrastante vi germogliava, soprattutto nel ramo forenzese della famiglia, e così, quando le armate Napoleoniche portarono scompiglio tra le teste coronate italiane, fu un Veltri, Nicola, insieme a Nicola Colle e Vito Saverio Quinante, a formare a Forenza il primo governo provvisorio repubblicano napoleonico; e fu più tardi sempre un Veltri, questa volta Luigi, ad associarsi tra i primi al movimento carbonaro, marciando nel 1848 con i rivoltosi sulle terre demaniali, cosa, questa, che purtroppo gli causerà l’incarcerazione ed un infinito processo, come ci viene velatamente ricordato nel suo monumento funebre che si trova nel cimitero monumentale di Poggioreale a Napoli.
Questo sentimento antiborbonico contaminò a quanto pare l’intera famiglia, tanto che il generale Agostino Veltri, comandante della provincia di Teramo, appoggiò ed aiutò sin da subito Vittorio Emanuele II, del quale divenne aiutante di campo, venendo da questi insignito nel 1863 del titolo di commendatore dell’ordine di San Maurizio e Lazzaro e venendo inoltre elevato al titolo di marchese. Agostino, una volto morto Vittorio Emanuele II, venne nominato da Umberto I suo aiutante di campo onorario sino alla morte avvenuta nel 1880.
Interessante notare come Agostino, che a quanto si evince fissò la propria residenza a Forenza, mutò nuovamente lo stemma di famiglia, molto probabilmente per distinguersi dal ramo principale di questa, spostando il veltro da sinistra a destra e facendo comparire sulla sinistra un ramo nascente dal troco dell’albero, quasi certamente ad indicare che questo nuovo innalzamento sociale della famiglia era merito di un ramo secondario di essa.
La fortuna di Agostino sembrava non aver fine. Infatti, presumibilmente negli anni ’60 dell’800, il figlio primogenito del conte Francesco Saverio, morto nel 1859, morì a sua volta, lasciando quale unico erede il fratello Nicola, già avviato però ad una promettente carriera ecclesiastica. Nicola non volle rinunciare ai voti, facendo così confluire titoli e patrimonio nelle mani di Agostino. La scelta di Nicola non fu di certo sbagliata: ebbe, infatti, l’importante carica del Protonotariato Apostolico.
Agostino a quanto pare non si interessò alla casa di Venosa, ma intraprese un’enorme campagna di abbellimento ed ingrandimento della residenza di Forenza, che assunse l’aspetto di un vero e proprio palazzo, usando forse per la sua edificazione le pietre del castello di Forenza, acquistato nel 1845 dal conte Francesco Saverio per 3100 ducati.
Il Protonotaro Apostolico Nicola con ogni probabilità fissò quale sua città di riferimento Forenza e qui riedificò ed ampliò nel 1878 l’antico sacello di S. Vito, voluto dall’avo Simone, e andò probabilmente ad abitare al primo piano di palazzo Veltri, cosa che spiegherebbe la leggenda, che ancora si racconta a Forenza, che un tempo, se accusati di qualche malefatta, si fosse corsi a bussare al grande portone di palazzo Veltri che dà su Vico Consiglio, e qui si fosse stati fatti entrare, si avrebbe avuta la vita salva, cosa questa che richiama in maniera palese la richiesta di diritto di asilo, che poteva essere concessa dagli edifici di culto o dalle residenze degli alti prelati, essendo considerate propaggini della stato della chiesa.
Agostino ebbe un figlio, Francesco, che intraprese una brillante carriera come ammiraglio, il quale a sua volta ebbe Giuseppe: questi però non generò un erede maschio, ma solo una figlia, Maria Silvia, la quale andò in sposa ad un membro dell’importante famiglia Panni di Acerenza. Da questo matrimonio, purtroppo, non nacquero eredi, ed ebbe così fine l’epopea di una famiglia che per più di tre secoli aveva reso fiera la piccola cittadina di Forenza.