Giuseppe Scaglione. L’ultima notte. Les Flâneurs Edizioni

Giuseppe Scaglione. L’ultima notte. Les Flâneurs Edizioni

Recensione di Martino Ciano già pubblicata per Zona di Disagio

La Bari di cui parla Giuseppe Scaglione ha le sembianze di una metropoli post-moderna, in cui ancora è visibile lo scontro tra provincialismo ed emancipazione, tra un feroce e cieco progresso e quell’animismo meridionale che rifiuta tutto ciò che è nuovo. Forse, è proprio Bari la vera protagonista di questa storia. Nulla che si discosti dalla realtà, Scaglione ci racconta di una città divorata dalla malavita e da una classe imprenditoriale dai metodi squadristi.
Diventiamo così spettatori di un’involuzione mascherata di benessere e di illimitata fiducia verso il futuro, di perbenismo e di ricerca dello svago. Ma tutto ciò che è frutto di incesti e di speculazione mostra i suoi isterismi, le perversioni e il volto di un innaturale vitalismo che ha come unico fine la distruzione.

Ed ecco un omicidio, dietro cui si cela un giro di usura e di pedofilia, di sesso e di denaro. Tant’è che la città diventa un castello che poggia sui fragili miti del progresso e sui più truci mali dell’anima. È un processo naturale quello che ci racconta Scaglione, che ha anche deciso di riportare alla luce la tradizione e la storia di questa città che ama.
A scoprire che qualcosa è cambiato è il commissario Andrea Lamparelli. Lui è nato a Bari, ma è stato lontano dalla città pugliese per ben vent’anni. Il suo ritorno non è dei migliori. Infatti, investigando sulla morte di un uomo scoprirà che tanto del mondo di una volta non c’è più e che il cambiamento non è stato in bene.

Non c’è niente di moraleggiante nella scelta di Scaglione, anzi, la sua è una presa d’atto; e in questa critica romanzata, più che un’accusa è possibile rintracciare un sentimento di amore verso la propria terra, di necessità di riappropriarsi di un’origine che sembra essere stata cancellata. Lamparelli, in fondo, è un po’ l’incarnazione di un uomo smarrito, che di fronte alla banalità del male, cerca rifugio in un passato che non viene rimpianto, ma che è un luogo senza tempo, ancora lontano dal disastro.

L’ultima notte non è solo un giallo, non è il solito romanzo che pone al centro un’indagine e non lancia sulle scene un nuovo commissario sul quale imbastire una fiction; il libro di Scaglione è un romanzo-di-passaggio in cui si respira quell’ordinaria aria di decadenza, tipica della modernità e della fiducia nell’eterno progresso.

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