Giovinezza. Una lirica sul “domani”
Poesia di Sebastiano Impalà. Foto di Martino Ciano
Vivo di affranti sogni
nell’ipogeo della mia incredulità,
fra spazi orizzontali ed inutili parole.
L’universo è qui, accanto a me
nelle fessure solitarie della notte,
negli occhi spalancati di un bambino,
fra le braccia robuste di mio padre
e la voce maliziosa del peccato.
La giovinezza è un frutto
da mangiare acerbo,
nettare pregiato da succhiare
nei pomeriggi caldi dell’estate,
correndo a piedi nudi sulla sabbia,
col fiato corto
e lo sguardo proiettato nel domani.