Di fantasia in versi e altre visioni
Prosa di Alberto Manzi. Foto di Martino Ciano
Mi isolo dal rumore del mondo con metodo antico.
Non uso auricolari o monitor ingannevoli, ma mi siedo ai piedi di un maestoso albero. Sento il suo tronco sulla schiena, mi parla mi sussurra di mondi diversi.
Chiudo gli occhi e mi trovo con la mente immerso in un fitto bosco dove ad un tratto e magicamente appare un sentiero. Subito, rapito, inizio a seguirlo li fin dove finisce sugli argini di un ruscello fatato. L’acqua chiara e cristallina scorre inesorabile e raccoglie favole sconosciute al mondo rumoroso. L’acqua va piano, poi forte, poi cade e continua verso il mare, non potrà tornare indietro è come la nostra vita, indietro non si torna, ma porterà la sua storia verso il mare e li incontrerà altre storie da ascoltare. Ecco il ciclo, nulla è ingannevole, nulla è inutile, ma indietro non si torna nemmeno con lo sguardo fino alla fine dei giorni portando ciò che abbiamo lambito nello scorrere delle ore di nostra vita.
Non uso auricolari o monitor ingannevoli, ma mi siedo ai piedi di un maestoso albero. Sento il suo tronco sulla schiena, mi parla mi sussurra di mondi diversi.
Chiudo gli occhi e mi trovo con la mente immerso in un fitto bosco dove ad un tratto e magicamente appare un sentiero. Subito, rapito, inizio a seguirlo li fin dove finisce sugli argini di un ruscello fatato. L’acqua chiara e cristallina scorre inesorabile e raccoglie favole sconosciute al mondo rumoroso. L’acqua va piano, poi forte, poi cade e continua verso il mare, non potrà tornare indietro è come la nostra vita, indietro non si torna, ma porterà la sua storia verso il mare e li incontrerà altre storie da ascoltare. Ecco il ciclo, nulla è ingannevole, nulla è inutile, ma indietro non si torna nemmeno con lo sguardo fino alla fine dei giorni portando ciò che abbiamo lambito nello scorrere delle ore di nostra vita.