Fame blu. Viola Di Grado e le sfumature dell’amore
Recensione di Giusi Sciortino
Ho trovato diversi elementi d’interesse in questa scrittura che tratta di amore, sadismo, gender fluid e di un nomadismo non solo fisico, ma soprattutto emotivo e culturale. Difficile individuare particolari ascendenze italiane, a parte la rappresentazione dello spleen di una classe media dipinta coi colori plumbei di un’epoca difficilissima.
Fame blu (La Nave di Teseo, 2022) guarda soprattutto all’estero, credo: per rimanere in Oriente, mi viene da pensare a scrittori giapponesi come Banana Yoshimoto oppure Haruki Murakami. La scrittura di Viola Di Grado (autrice che non conoscevo e di cui leggerò altre prove) è curata e a tratti raffinata pur nella semplicità sintattica e stilistica, il ritmo dato da una costruzione prevalentemente paratattica con frequente ricorso ad anafora ed enumerazione; nessuno stravolgimento linguistico, e forse proprio grazie a questa scelta di misura la lettura risulta leggera, a prescindere dal tema trattato dalla scena, talmente fluida da permettere al lettore di entrare in empatia con personaggi tutt’altro che simpatici. Godibili le descrizioni di panorami urbani esotici e pagine di profonde riflessioni sull’amore, la vita, il silenzio, anche sulla lingua.
I punti di forza del libro li ritrovo nello stile a dir vero elegante e misurato, dall’aggettivazione non scontata, e nell’immaginario originale, nella spontaneità con cui l’autrice riesce a trasporre il suo peculiare universo nella forma romanzo tramite una narrazione accattivante e naturale, caratterizzata dalla freddezza che contraddistingue i rapporti umani inscenati (sociali, familiari, sentimentali), ma allo stesso tempo pregna di una dirompenza fisica ed emotiva che credo possa avere (non a torto) presa sulle ultime generazioni che facilmente riconosceranno in Fame blu i propri sogni, comportamenti, contraddizioni, esperienze, ma soprattutto un’inestinguibile fame “oscura, così piena di timore e di speranza da sembrare religiosa”, fame d’amore, sesso, trasgressione, successo e quant’altro, fame tanto più inappagata quanto più fomentata da una società che ha promesso tutto e subito a tutti mentendo, spudoratamente.