Ferruccio Parazzoli: dal colosso Mondadori alla siciliana Urban Apnea Edizioni
Di redazione
Il volume, ripubblicato dalla casa editrice Urban Apnea Edizioni, sarà scaricabile gratuitamente in digitale dal prossimo 6 giugno. Sarà possibile sfogliare la versione cartacea per la prima volta a Una Marina Di Libri, il festival dell’editoria indipendente che avrà luogo a Palermo dall’8 all’11 giugno 2023. Finalista per ben due volte al Premio Campiello (1977- 1982) e per altre due al Premio Strega (1985 e 2017), lo scrittore di origine romana Ferruccio Parazzoli sceglie la piccola casa editrice siciliana Urban Apnea Edizioni per ripubblicare il romanzo “L’evacuazione”, reso noto nel 2005 dal colosso editoriale Mondadori.
Da Nord a Sud, il viaggio letterario di Parazzoli fa sosta a Palermo, in casa
Urban Apnea Edizioni: intraprendente e giovane biblioteca virtuale che fin dalla sua nascita, puntando sul digitale, offre in download gratuitamente l’intero catalogo e tirature cartacee limitate (o Print On Demand), permettendo a chiunque la fruizione dei propri titoli.
“L’evacuazione”, seconda stazione della trilogia su Piazzale Loreto (insieme a “MM Rossa” e “Piazza bella piazza”), scomparso già da qualche anno dagli scaffali libreschi, torna fruibile nella doppia veste digitale e cartacea, grazie all’attenzione della casa editrice siciliana che dal prossimo 6 giugno metterà a disposizione degli utenti la versione digitale, gratuitamente scaricabile sul sito https://www.urbanapneaedizioni.it/; mentre quella cartacea potrà essere acquistata in anteprima durante il festival “Una marina di libri” che si terrà nel capoluogo siciliano a partire dal prossimo 8 giugno, e sul portale della casa editrice.
Ferruccio Parazzoli, punta di diamante della storia dell’editoria italiana, celebre scrittore di numerose opere di saggistica e narrativa, tra le quali “Il giardino delle rose” (1985) e “La nudità e la spada” (1990), direttore per molti anni della collana Oscar di Mondadori, ha deciso di rinnovarsi e sposare il progetto open content della siciliana Urban.
Il romanzo a tratti kafkiano e con qualche sfumatura gotica che ricorda Henry James, racconta la vicenda di un uomo, un inquilino senza nome che abita all’ottavo piano del palazzo numero sette, di viale Brianza. Quando un ordigno di 450 chili, residuato del bombardamento del 13 agosto 1943 su Milano, viene trovato durante gli scavi edili di viale Brianza 34, scatta l’allarme per l’imminente evacuazione della zona di piazzale Loreto per permettere il disinnesco. L’inquilino dell’ottavo piano però rifiuta l’ingiunzione, e deciso a restarsene dietro le finestre, dopo aver acquistato pane e giornale, si barrica in casa. Da questa volontaria clausura inizia l’avventurosa discesa nelle viscere sotterranee della città; tra i condotti metropolitani e i labirinti delle vecchie fondamenta l’uomo senza nome dell’ottavo piano farà gli incontri più bizzarri, si imbatterà in personaggi inaspettati, forse fantasmatici o irreali.
Ne L’evacuazione, come scrive Giuseppe Genna nella prefazione al romanzo: «la trama è impalpabile quanto la sostanza delle controfigure che il protagonista viene a mano a mano incrociando in questa sua assoluta renitenza allo spostamento: essi sono spettri, fantasmi, i vivi che non vediamo – continua Genna – coloro su cui la nostra attenzione, di norma, non si posa o si posa male, inquinata da un rumore di fondo che l’evacuazione azzittisce radicalmente».
Secondo Genna infatti, la straordinaria capacità dello scrittore romano di rendere impalpabili le vicende storiche drammatiche e amalgamarle alla vicenda romanzesca: «un coraggioso tentativo » che Parazzoli tuttavia può concedersi grazie alla «consapevolezza che nutre la scrittura precisa, minuziosa e asettica de L’evacuazione». Ferruccio Parazzoli, maestro delle antitesi e abile giocoliere dei travestimenti parolieri, in questo straordinario romanzo, come scritto da Genna, permette al lettore di entrare nella sotterranea dimensione degli eventi: «vedere tutto dall’esterno, ma vederlo, una buona volta, questo tutto».
Estratto
Dal marciapiede di fronte, l’inquilino dell’ottavo piano aveva guardato per un’ultima volta il mansueto stabile, con il pensiero rivolto all’infausto caso di non rivederlo mai più, e se ne era ritornato lentamente verso casa. Strada facendo era entrato al caffè Empire dove aveva chiesto l’aperitivo “Bomba” che un cartello pubblicizzava sulla porta a due luci impecettata da alcuni gloriosi risultati del Gratta e Vinci. Forse era stato l’unico a berlo. All’edicola, che sorgeva da sempre, precedendo perfino gli scavi della metropolitana linea Rossa, di fronte al n. 7 di piazzale Loreto, aveva acquistato il giornale.