Etiennette. La “visione poetica” di Salvatore Cucinotta e di Gianni Vittorio
Recensione di Martino Ciano già pubblicata per Zona di Disagio. Foto in copertina: “Etiennette” edito da La rosa nel pozzo, 2022
Parole e immagini che si uniscono, poesia e fotografia che rendono le sensazioni immanenti. Così il poeta Salvatore Cucinotta e il fotografo Gianni Vittorio ci spalancano le porte del loro libro Etiennette.
I versi annunciano, dirompono con forza nell’animo del lettore che è chiamato a rispondere. Cucinotta ama domandare e interrogarsi, perché le parole servono anche a questo, ossia a testimoniare il dubbio, a porre l’uomo in uno stato di attesa. Attesa di una risposta che forse non ci sarà, ma che si fa urgenza.
E se la risposta fosse in quelle foto che accompagnano i componimenti? Sta qui il segreto dell’immagine, dell’attimo immortalato, strappato all’entropia. Sono fotografie di foreste, di paesaggi e di particolari di un ambiente sospeso quelle che Vittorio regala al lettore.
Un gioco armonioso in cui fenomeno e concetto si palesano, si amalgamano, si fanno sostanza unica. Non bisogna leggere una poesia o guardare una foto con la necessità di comprendere, ma con il bisogno di evadere, di travalicare l’aspetto formale d’ogni cosa. Altro dopo il tutto, questo ci invitano a fare opere del genere. È una “rivoluzione dei sensi” quella a cui siamo chiamati, un sovvertimento direbbe Zweig; e forse questo ci manca: andare oltre.
Non c’è un ordine o un percorso da seguire, tra queste pagine ognuno cerchi il proprio itinerario emozionale, si perda senza pretendere di ritornare a casa. E se proprio vuole tornare al punto di partenza, chiuso il libro, il lettore si faccia viaggiatore e interloquisca con sé stesso e con ciò che lo circonda.