Epifania Mediterranea. La storia in versi di Franco Galiano

Articolo di Riccardo Benvenuto. In copertina: “Epifania Mediterranea” di Franco Galiano, Brenner Editore
Per gentile omaggio del sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere, e della sua Giunta esecutiva, nei giorni scorsi ho ritirato questo capolavoro letterario, pubblicato da Brenner Editore, scritto dall’instancabile mano del professor Franco Galiano; scrittore, saggista, drammaturgo, conferenziere.
L’opera si compone di circa ottomila versi. Si tratta una forma letteraria accattivante e scorrevole, oltre che originale per la sua architettura letteraria di prosa scritta in versi.
Benché sommerso da impegni, ho cominciato a leggerlo e la piacevolezza della scrittura, senza accorgermi del tempo, mi ha preso per l’intera giornata, sino a divorarlo tutto, fino a sera. È il mistero della letteratura, che ti fa perdere ogni cognizione di tempo e di luoghi; ti fa viaggiare, ti fa riflettere, ti fa vivere nell’immaginario come nessuna altra cosa sa fare. L’opera è un viaggio attraverso anabasi e catabasi (termini che derivano dal greco, che significano rispettivamente: andare in salita, o contrariamente tornare verso la costa).
Certo è che se Franco Galiano, nei suoi saliscendi attraverso luoghi, etnie, storia e personaggi della Calabria, avesse avuto al suo fianco degli accompagnatori, così come lo fu il Sommo Dante, con Virgilio, Beatrice, San Bernardo, sarebbe stato più manifesto il naturale accostamento alla Divina Commedia, a cui, sin dai primi versi, ho pensato.
Il suo è un testo sublime e accattivante, non solo per le realistiche descrizione dei luoghi e paesaggi, della storia, dei popoli e dell’ambiente. Diventa più toccante e coinvolgente quando si addentra nella storia recente di una generazione, dei suoi sogni, dei suoi ideali, delle sue scelte, delle sue battaglie politiche e sociali, con fatti e personaggi, anche contemporanei, molti dei quali, ancora riferimenti di ideali e modelli sociali.
Si arriva alla commozione quando si parla del sogno riformista, di uguaglianza, di giustizia sociale, di necessarie riforme, del mediterraneo, di cui Craxi fu l’incarnazione con la sua visione moderna di sviluppo, naufragata attraverso una becera strumentalizzazione di un sistema non condivisibile ma diffuso e condiviso da tutta la politica, di cui solo lui fu il capro espiatorio, e che lo portò a una ingiusta morte.
Nel testo viene anche raccontato con dovizia e ricchezza di linguaggio, la storia di una generazione che decise di impegnarsi e partecipare nel processo riformista calabrese e nazionale. Fra i tanti, immeritatamente, anche il mio nome.
Un testo che consiglio vivamente di leggere e di tenere in casa, a futura memoria della storia, della Calabria, del nostro Paese Italia.