Elezioni comunali. Il mendicante di voti
Articolo di Adriana Sabato
Come ogni mattina scendo le scale e mi dirigo sul lungomare della mia cittadina. Ho bisogno di respirare l’aria del mare. Mi purifica e mi consegna energia.
“Ciao”, mi sento chiamare, “come va?”… e quando mai, chi è, chi sei?
Mah, resto basita.
Già, ci sono le elezioni e tutti sono amici di tutti. Ennesima persona che “crede” che qualcosa le sia dovuto. Chissà perché il contrario non è mai riconosciuto, ma guarda un po’, tanto tutti, strafalcioni a parte, sanno scrivere e tutti sanno organizzare un discorso compiuto. E tutti ad autoproclamarsi: fra comunicatori e grandi letterati, nonché cultori della lingua, l’elenco dei comprovati professionisti, si allunga a dismisura!.
Ma torniamo alle elezioni…
“Vorrei ricordarti che mio figlio si è candidato per intraprendere la carriera politica, vorrei chiederti un aiuto.”
“Mah”, rispondo sorridendo di fronte a questa assurda richiesta, veramente il voto è segreto. La furia. Che furia!
“Guarda che anche tu, un giorno per un figlio farai così. Quando un figlio chiede, usi ogni mezzo per ..? “Accontentarlo? ”
“Senti, vedi se fai votare anche tua madre e tua suocera”!
“Veramente sono morti”! Riesco appena a sussurrare… non sapevo che pure i morti avessero diritto.
Me ne vado, non so se ridere o avere compassione di questo ennesimo mendicante di voti.