Ottobre. Ricordi?

Ottobre. Ricordi?

Racconto e foto di Napoleone Dulcetti. Tratto da “Ora Momento, un progetto per mio padre”

Ci risiamo, l’attesa ha sempre la stessa intensità. Come se fosse la prima volta, aspetto che il telefono squilli. Emanuele, il mio terzo figlio.

Stasera la temperatura è di nuovo mite, l’aria settembrina sembra essere momentaneamente sparita. Chiamo qualcuno ma so che sono tutti via, Leo è in Lombardia, Nicola è in Campania, Manu è sulle navi chissà dove, eppure aspetto quella telefonata come 27 anni fa. Raiuno è al suo volume abituale, non vedo altro, non ascolto altro, è un canale che mi tiene compagnia, come la foto di mamma, mamma America, non la perdo mai di vista, so che è qui, accanto a me, anche se le nostre voci sono strozzate da una diga di tristezza e nostalgia.

Eccola mamma, è seduta sul lungo tavolo della cucina, Leo ha appena aperto la seconda Coppa del Nonno e lei ha un vestito floreale celestino, l’aria stanca ma compiaciuta. Squilla il telefono. “Ecco Emanuele!”, dice mamma ad alta voce ancor prima del terzo drink. Alzo la cornetta, è proprio così.

Leo lascia il gelato a metà e corre verso di me e dice: “Nato papà?”.

Mi avvicino alla finestra. Questo vetro è ormai il mio cannocchiale sul mondo. Dalla collina guardo verso ovest, il tramonto è un’alba magnifica. Il sole illumina il futuro. Scruto le acque blu, cerco una nave sperando sia quella di Manu che torna a casa.

Mi getto sulla poltrona e scorro sul cellulare foto antiche. Trovo quella della mia Ford color verde scuro metallizzato. Sento il diesel arrivare al motore. Si sale per i tornanti verso l’ospedale di Praia a Mare. Leo e Nicola sono con me, si tengono la mano, muti e felici del nuovo arrivo. Mimma è seduta su una panchina fuori la camera, si tiene il ventre, sta bene ma è stanca, è l’ultima gravidanza.

Emanuele è bellissimo, ha gli occhi dello stesso colore del mare, quel blu sul quale cerco ogni sera una nave della marina militare. Eravamo una famiglia bellissima, ora siamo una famiglia al completo.

Qualcuno bussa alla porta, rimetto in ordine la foto di mamma e papà sulla mensola, vado ad aprire. C’è un militare alla porta, ha gli occhi del mare. “Tornato papì”.

Post correlati