Diario fatto cenere

Racconto di Giuseppe Gervasi

I piedi nudi accarezzavano la sabbia umida e lo sguardo scrutava l’orizzonte. Un pezzetto di legno lavorato dal mare osservava l’azzurro leggermente arrabbiato.

La Speranza era in piedi, lo zaino sulle spalle e le scarpe rosse in mano, umide per il cammino fatto. La sabbia rendeva precario l’equilibrio.
Il Sogno la seguiva con lo sguardo, non voleva disturbare i suoi pensieri, le sue decisioni e i suoi segreti.
La Speranza si inginocchiò sulla spiaggia e appoggiò lo zaino sulla sabbia.
Lo aprì delicatamente e tirò fuori il diario, il vaso di ceramica e i fiammiferi.
Sfogliò e strappò le pagine dell’intimo taccuino, una alla volta, lentamente.
Rilesse i segreti uno dopo l’altro, fino ad arrivare alla fine di una lunga notte.

Un fiammifero acceso disintegrava ogni pagina e il residuo annerito si sbriciolava nel vaso di ceramica. Un rituale lungo, che il Sogno non osò interrompere. Ad ogni pagina si alzava la luce del fiammifero, che una leggera brezza subito dopo spegneva. Il vaso si anneriva sempre di più, custodendo piccoli e grandi segreti di un paese, che nelle sue viscere coccolava il mondo, ma si era dimenticato di una fragile fanciulla. Il leggero vento, che aveva giocato con i capelli della Speranza decise di andarsene e rubò le poche nuvole smarrite nel cielo. Il sole si accese ancor di più e la sua luce rese trasparente i fondali dello Jonio. La sabbia ricevette un po’di calore mentre il verde e i piccoli fiori gialli attendevano gli ultimi gesti.

Piccole barchette colorate con la prua che dava le spalle al mare ritrovarono l’antico colore. Il vaso di ceramica era ormai pieno di cenere e di segreti. Una bottiglia di vetro imprigionata nella sabbia venne raccolta dalla mano della giovane donna. Il tappo di sughero chiudeva la sua bocca. Fu tolto con estrema delicatezza e la bottiglia aperta fu riempita di ciò che rimaneva del diario e del suo contenuto.

La Speranza rimise il tappo e lanciò la bottiglia verso il mare, che la inghiottì per pochi secondi. Subito dopo riemerse come un naufrago, che si aggrappava alla vita. Le onde la accompagnarono nell’ultimo viaggio insieme ai segreti di tante notti. La bottiglia nuotava verso oriente e la farfalla dai mille colori, riapparsa all’improvviso, tracciò nel cielo un arcobaleno, quasi fosse un ultimo saluto.

Il Sogno abbracciò dolcemente la Speranza.
Il mare.

Solo il mare, avrebbe svelato le verità di un diario fatto cenere.
Solo il mare…

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