La dimensione del desiderio. Eros e fantasia salverebbero l’uomo?

La dimensione del desiderio. Eros e fantasia salverebbero l’uomo?

Recensione di Martino Ciano. In copertina: “La dimensione del desiderio” di Marco Di Napoli, ArgoLibro editore, 2023

Letteralmente imbrigliati nella macchina della “prestazione funzionale”, ci sentiamo sospinti dalla necessità di essere un “progetto da realizzare”. Toppare gli obiettivi che ci siamo prefissi ci condanna alla morte civile, in alcuni casi al suicidio.

Solo questo siamo nel mondo a una dimensione, in cui la nostra ombra coincide con la nostra anima, mentre il corpo è oggetto funzionale al sistema di godimento immediato. Tutto ciò che ci ruota intorno è a nostra disposizione. Abbiamo la possibilità di scegliere autonomamente, ma sentiamo di essere guidati verso una direzione.

Ci crediamo liberi, ma stiamo solo sfogliando un catalogo che si aggiorna in continuazione davanti ai nostri occhi. Ogni novità è partorita dal sistema nel quale viviamo. Tale organismo pensa per noi, desidera per noi, ci ingabbia su un palcoscenico e ci fa recitare una parte. Qui siamo tutti protagonisti, quindi, come galli in un solo pollaio, ognuno lotta per mantenere salda la propria supremazia.

Metodi di prevaricazione

Ci sono tanti modi per prevaricare l’altro, il sistema mette a disposizione diversi mezzi. A seconda delle nostre aspirazioni ci possiamo impossessare delle armi giuste per scendere in campo.

Insomma, l’altro non è simbolo di un incontro, ma decreta l’inizio di una sfida in cui il fair play non è contemplato. Pian piano, ci rendiamo conto che siamo diventati come la merce che aduliamo; anche noi siamo “cose” soggette alle leggi del mercato. Sono tali persino le nostre azioni e le nostre parole; lo sono le arti e le opere dell’ingegno. Noi siamo spettatori della reificazione.

Ecco, il saggio di Marco Di Napoli ci racconta tutto questo attraverso le parole di Herbert Marcuse, quel filosofo che sta tornando tanto di moda, seppur alcune sue teorie avrebbero bisogno di un aggiornamento. Anche Di Napoli ammette che si possa cadere nell’anacronismo, ma il seme lasciatoci da Marcuse è indissolubile, genuino, vero. Si può ripiantare per anni e anni, si possono applicare degli innesti alla sua pianta, ma l’essenza del discorso non è soggetta a corruzione alcuna.

C’è un modo per salvarsi?

Forse no, il processo è irreversibile e anche Marcuse aveva smesso di sperarci. Se proprio volessimo ritornare alla nostra umanità imperfetta, visto che ormai si sta cercando di crearne una incapace di sbagliare e di sognare, andrebbero riaccesi l’Eros e la fantasia.

Per Marcuse, l’Eros non è legato solo alla sessualità, tanto meno è immediato appagamento. Eros è il nostro bisogno di cadere nell’abisso, di perderci nella metafisica, nella materia sognante, nel gioco, nella ricerca di nuovi significati e anche nella rassegnazione di non poter spiegare tutto. Eros è la nostra creatività sganciata dall’ordinarietà, è il tormento e lo stupore che abbatte l’univocità imposta dei significati, che si fa beffa del principio di non contraddizione, che si libera della razionalità e della ragione. Eros è l’uomo nelle sue tante sfaccettature, quindi è anche l’incredulità del singolo di scoprirsi dominato dai propri demoni. Di qui l’evoluzione secondo pro e contro, secondo guerra e pace, secondo lo svelamento della contraddizione creatrice e della nevrosi dialogante.

Insomma, l’Eros è tutto ciò che non fa dell’uomo solo un essere che eroga prestazioni e che dev’essere funzionale al sistema. Questi principi ce li ha svelati Marcuse, che a sua volta li ha ricevuti in dono dopo anni di studio. Oggi, Marco Di Napoli ce li riconsegna in una nuova forma, potremmo dire in un’edizione aggiornata, che dovrebbe ravvivare in tanti il “desiderio di leggerla”.

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